martedì 26 luglio 2011

BUON COMPLEANNO A LA DESTRA (Un articolo di Francesco Storace)

26 lug 2011

Quattro anni fa nasceva La Destra. Sfogliammo il calendario assieme a Teodoro Buontempo e a un gruppo di uomini e donne e ci vedemmo con un notaio per approvare lo statuto della fondazione.
Ricordo con emozione quella giornata del 2007 in cui in molti decidemmo una svolta coraggiosa alla nostra vita. Scegliemmo il 26 luglio e non il 25, che ricordava il tradimento…. E quanti ne avremmo incontrati lungo la nostra strada di traditori….
Ora, quattro anni dopo, siamo gia’ alla vigilia del secondo congresso nazionale, non ne esistono partiti cosi’ rispettosi delle regole. Ci vedremo a Torino, a novembre.
La mente va ai sacrifici compiuti dalla nostra gente. Non e’ stato facile per nessuno resistere alle lusinghe, alle promesse di carriere facili, e se qualcuno di noi oggi e’ nelle istituzioni regionali – Lazio e Campania - e’ perche’ ci abbiamo creduto, abbiamo faticato, ce lo siamo conquistato il diritto a esistere.
Esistere: ce lo negava Gianfranco Fini. Che prima mise il veto a noi e ci fece buttare fuori dal Parlamento; e poi lo mise a Berlusconi. Ma gli e’ andata male all’ex-capo della destra italiana. Noi non siamo morti e il cavaliere e’ sempre la’, a palazzo Chigi. Anche se ammaccato, sta sempre meglio del presidente della Camera, il cui inesistente futuro e’ sotto gli occhi di tutti.
Ora dovremo decidere per il domani. Il congresso sara’ decisivo per noi e non ci potremo permettere di sbagliare. Va ricreata la destra del popolo italiano, che non e’ un miscuglio di estremismi che a furia di rivendicare modelli scandinavi magari si trovera’ a dover spiegare che differenze ci sono con un pazzo che scanna cento persone in Norvegia. No, noi siamo la destra della Patria che non rinuncia alla propria storia e alla propria identita’, e che guarda al futuro puntando ad affermarsi con le armi della democrazia e non con quelle del terrore.
Dovremo scegliere la classe dirigente. E un partito e’ forte soprattutto quando puo’ prescindere dai nomi. Non e’ obbligatorio che sia io a guidare ancora il movimento. Quando lo fondai quattro anni fa, non c’erano i problemi di oggi, si poteva puntare a veleggiare. Questo e’ un partito – come tutti i partiti di destra – ricco di individualita’. Ma quando le individualita’ sfociano nel personalismo, l’errore e’ vicino. Per continuare a guidarlo ho bisogno di avere le spalle coperte da chi punta il mirino all’esterno e non all’interno. Chi pensa di avere avversari nel partito, fa bene a votare un altro segretario. Chi vuole che sia ancora io, lavori al progetto politico e non solamente a se stesso. La base di partenza, per me, e’ chi sta nelle istituzioni. Senza gli eletti – pochi che siano – non si riparte.
Francesco Storace

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