‘E indubbio che le ultime elezioni amministrative abbiano deluso anche chi tra noi de La Destra sperava che l’essere rientrati nella coalizione di centro destra avrebbe costituito la medicina buona per farci improvvisamente assurgere a più alti livelli di consenso. Tralasciamo ogni considerazione sui candidati sbagliati, o scelti solo all’ultimo minuto, sui Sindaci che hanno amministrato male e non potevano sperare in una rielezione, o sulle alleanze decise solo all’ultimo minuto, per fermarci al dato evidente: il centro destra esce, per la prima volta dal 2008, sconfitto da una elezione. Il nostro risultato non poteva non risentire dell’andamento generale, non perché fosse sbagliata la nostra posizione politica “di destra”, bensì per altri motivi. Non avendo ancora una solida struttura organizzativa, nel momento in cui il voto d’opinione dal centrodestra si sposta verso il centrosinistra è ovvio che non potevamo intercettare il voto d’opinione; così come l’essere rientrati nell’alleanza con Berlusconi nel momento in cui l’astro di Berlusconi sembra cominciare ad oscurarsi, non poteva certo favorirci.
Ciò non toglie che abbiamo fatto bene ad uscire da Alleanza Nazionale quando Fini stava per scioglierla nel PdL, così come abbiamo fatto bene, Come partito La Destra, a perseguire l’alleanza con il PdL.
Ma oggi, che il Berlusconismo sembra iniziare la sua fase calante, che fare? (storico interrogativo di leniniana memoria).
Potrebbe essere affascinante perseguire la cosiddetta “unità d’area”, ma, non solo l’esperienza mi racconta delle difficoltà sopratutto a livello periferico che si incontrano, a volte anche solo per interloquire con gli amici della Fiamma o con quelli di Forza Nuova (anche se esistono casi, pochi, in cui invece si realizzano ottime collaborazioni), ma ritengo riduttiva una simile prospettiva, in quanto ritengo che in Italia una forza di destra, nazionale, popolare e sociale può aspirare, come in altri Paesi europei (dalla Francia alla Finlandia, alla Svezia, all’Ungheria) a raggiungere il 20 % dei consensi.
Peraltro anche il rincorrere generali senza eserciti, ma con vaste e variegate clientele, come potrebbe essere il richiamo a questo o a quel personaggio ex-A.N., non ci porterebbe più lontano. Il nostro appello va invece rivolto a tutti coloro che, avendo votato PdL o Lega negli anni passati, si sentono ancora profondamente di destra, perché credono ancora nei valori tradizionali della destra, e cioè: Legalità, Ordine, senso dello Stato, come appartenenza ad una Comunità che, essendo Nazionale, è per questo, anche solidale;
dobbiamo riuscire a farci capire dai giovani che non trovano lavoro e pensano di non aver più futuro, dalle donne che, avendo avuto un figlio hanno dovuto abbandonare il posto di lavoro, dai due milioni di anziani che vivono con meno di 500 Euro al mese, da chi un lavoro non ce lo ha e da chi lo ha perso, dal piccolo imprenditore strozzato dalle banche e da un fisco sempre più ottuso, per trasmettere il nostro messaggio di solidarietà tra le generazioni, tra i territori, tra i ceti sociali, per chiedere:
-riduzione consistente delle imposte e semplificazione burocratica per chi ha redditi inferiori a 60.000 €. l’anno;
-tutela delle produzioni italiane, incentivi e meno tasse per chi assume e per chi trasforma contratti precari in contratti a tempo indeterminato, lotta a chi esporta capitali e delocalizza imprese;
- aumento degli assegni familiari per i minori a carico e incentivi economici alle famiglie che assistono in casa un disabile o un anziano non autosufficiente;
-riaffermare il prevalere della dimensione politica su quella economica, per indirizzare a fini di benessere sociale l’impresa, anche in vista di ulteriori necessarie liberalizzazioni, che eliminino tutti i monopoli, sia pubblici che privati;
-riforma presidenzialista dello Stato, per riaffermare il prevalere della legalità e della trasparenza e ridurre i costi della politica abolendo il bicameralismo e riducendo il numero dei parlamentari.
Prendiamo il posto in Italia degli “indignados” delle piazze spagnole. Abbiamo ancora un sogno da trasmettere alle nuove generazioni.
Aldo Rovito
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1 commento:
come si puo' trasmettere ai giovani dei sogni, se con gli adulti di oggi e tanto difficile trovare naggior rispetto reciproco,piu' AMORE, PIU' DIALOGO PER POTER COSTRUIRE..e' dai rapporti che bisogna cominciare o RICOMINCIARE certo richiede tempo comunicare e di tempo gli aduldi non ne hanno mai.E' ovvio che e' cio che e' nuovo insondato e incerto porta un po' di ansieta', ma qualsiasi cambiamento e' meglio di nessuno.Ha il potere di stimolare,sorprendere, porta anche a SOGNARE E PUO' spalancare porte nuove, Sono certa che ci ha fatto piu'comodo dire IL MONDO E'DEI GIOVANI pensando di essere adulti moderni.NO per egoismo ,stupidita'abbiamo demandando.. e ora "Vogliamo dare ancora un sogno alle nuova generazioni"? NE ABBIAMO IL DOVERE vista la ns esperienza passata,senza dimenticare MAI che la comunicazione e la politica si fanno sulle Piazze e non dietro ad un PC..Le nuova generazioni potranno ricominciare a sognare per un futuro migliore se lasciamo loro aperta anche solo una pagina del passato , quella che ci distingueva, per etica, coerenza ect LA FIAMMA.
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