Ho assistito al Consiglio Comunale di Valenza, per verificare le reali intenzioni della maggioranza, ma anche dell’opposizione, in ordine problema della ventilata “privatizzazione” dell’Uspidalì.
Sono rimasto allibito! Da tutte le parti un coro unanime inneggiante alla globalizzazione, che impone sacrifici, ma offre grandi possibilità, al libero mercato, che, da solo, risolve tutti i problemi, mettendo in concorrenza tutte le forze, ecc., e poi accenni alla Cina, al prezzo del greggio al barile e via con baggianate di questo tipo. Il tutto per nascondere, dietro concetti difficili e parole altisonanti, il sostanziale accordo raggiunto tra maggioranza e opposizione, per risolvere il problema dell’Uspidalì, alle spalle dei dipendenti e anche degli anziani ospiti.
Bisogna riepilogare la situazione. Gran parte del servizio, ineccepibile, inappuntabile e di alta professionalità, è svolto da lavoratrici e lavoratori precari. Altrettanta professionalità possiedono i dipendenti di ruolo o a tempo indeterminato. C’è un gruppo di lavoratrici e lavoratori affiatato che si prodiga per l’espletamento di un servizio che richiede professionalità, ma anche cuore.
Si deve aggiungere che il Comune ha consentito l’apertura della seconda Casa di Riposo, senza aumentare di una unità il personale addetto.
La FINANZIARIA (la Legge Nazionale che dice quanti soldi possono spendere i Comuni) ha autorizzato la stabilizzazione dei precari già in servizio, vietando d’ora in poi l’assunzione di nuovo personale a tempo determinato. I Comuni possono quindi stabilizzare i precari. Certo debbono seguire una procedura complicata, intavolare trattative con i Sindacati, contenere le spese per il personale entro certi limiti, formare un piano triennale, ecc.: un cammino difficile, senza dubbio, ma che l’Amministrazione Comunale non ha neanche provato a intraprendere, cercando la via più breve dell’accordo politico con la minoranza e con i sindacati maggioritari, che garantisce vita comoda alla maggioranza in Consiglio e “pace sociale” nelle relazioni sindacali, ma che priva i precari, quelli almeno che hanno i requisiti per ottenerlo, di un diritto “quasi acquisito” alla stabilizzazione.
Da notare che a difesa dei precari, nessuno è intervenuto in Consiglio Comunale, né il “battagliero” Di Carmelo (quello che si incatenava), né il candidato Sindaco del centro destra, né l’ineffabile Consigliere Spinelli, ASSENTE anche questa volta (ed è perfettamente inutile che Marco Botta scriva lettere ai giornali, gli interventi si fanno nei consessi di cui si fa parte per aver chiesto ed ottenuto i voti dei cittadini, non con i comunicati stampa).
L’unico cenno di dissenso, è venuto dal consigliere Gatti dell’UDC: glielo riconosciamo volentieri. Ora la prossima puntata vedrà il Consiglio Comunale di Valenza impegnato a discutere esplicitamente dell’Uspidalì, ma a bilancio comunale approvato, qualunque discorso sarà completamente inutile.
In conclusione, c’è chi dice che il dopo elezioni vedrà l’Italia governata da una grande coalizione tra PDL e PD, il cosiddetto “VELTRUSCONI” .
Ebbene ho l’amara impressione che a Valenza, queste “grandi intese” si siano già materializzate, e che ne faccia parte anche la sinistra estrema.
Sono rimasto allibito! Da tutte le parti un coro unanime inneggiante alla globalizzazione, che impone sacrifici, ma offre grandi possibilità, al libero mercato, che, da solo, risolve tutti i problemi, mettendo in concorrenza tutte le forze, ecc., e poi accenni alla Cina, al prezzo del greggio al barile e via con baggianate di questo tipo. Il tutto per nascondere, dietro concetti difficili e parole altisonanti, il sostanziale accordo raggiunto tra maggioranza e opposizione, per risolvere il problema dell’Uspidalì, alle spalle dei dipendenti e anche degli anziani ospiti.
Bisogna riepilogare la situazione. Gran parte del servizio, ineccepibile, inappuntabile e di alta professionalità, è svolto da lavoratrici e lavoratori precari. Altrettanta professionalità possiedono i dipendenti di ruolo o a tempo indeterminato. C’è un gruppo di lavoratrici e lavoratori affiatato che si prodiga per l’espletamento di un servizio che richiede professionalità, ma anche cuore.
Si deve aggiungere che il Comune ha consentito l’apertura della seconda Casa di Riposo, senza aumentare di una unità il personale addetto.
La FINANZIARIA (la Legge Nazionale che dice quanti soldi possono spendere i Comuni) ha autorizzato la stabilizzazione dei precari già in servizio, vietando d’ora in poi l’assunzione di nuovo personale a tempo determinato. I Comuni possono quindi stabilizzare i precari. Certo debbono seguire una procedura complicata, intavolare trattative con i Sindacati, contenere le spese per il personale entro certi limiti, formare un piano triennale, ecc.: un cammino difficile, senza dubbio, ma che l’Amministrazione Comunale non ha neanche provato a intraprendere, cercando la via più breve dell’accordo politico con la minoranza e con i sindacati maggioritari, che garantisce vita comoda alla maggioranza in Consiglio e “pace sociale” nelle relazioni sindacali, ma che priva i precari, quelli almeno che hanno i requisiti per ottenerlo, di un diritto “quasi acquisito” alla stabilizzazione.
Da notare che a difesa dei precari, nessuno è intervenuto in Consiglio Comunale, né il “battagliero” Di Carmelo (quello che si incatenava), né il candidato Sindaco del centro destra, né l’ineffabile Consigliere Spinelli, ASSENTE anche questa volta (ed è perfettamente inutile che Marco Botta scriva lettere ai giornali, gli interventi si fanno nei consessi di cui si fa parte per aver chiesto ed ottenuto i voti dei cittadini, non con i comunicati stampa).
L’unico cenno di dissenso, è venuto dal consigliere Gatti dell’UDC: glielo riconosciamo volentieri. Ora la prossima puntata vedrà il Consiglio Comunale di Valenza impegnato a discutere esplicitamente dell’Uspidalì, ma a bilancio comunale approvato, qualunque discorso sarà completamente inutile.
In conclusione, c’è chi dice che il dopo elezioni vedrà l’Italia governata da una grande coalizione tra PDL e PD, il cosiddetto “VELTRUSCONI” .
Ebbene ho l’amara impressione che a Valenza, queste “grandi intese” si siano già materializzate, e che ne faccia parte anche la sinistra estrema.
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