mercoledì 13 agosto 2008

CRIMINALCAPITALISMO

Una rapina sotto casa impressiona chiunque. Ma dobbiamo sapere che si muore di più sul lavoro o sulle strade che non a causa della criminalità o di episodi violenti. I morti sul lavoro, infatti, sono quasi il doppio degli assassinati e i decessi sulle strade otto volte più degli omicidi.La notizia ce l’ha data nei giorni scorsi il Censis, secondo il quale, tuttavia, ”gran parte dell’attenzione pubblica si concentra sulla dimensione della sicurezza rispetto ai fenomeni di criminalità”. Nel 2007, sono stati 1.170 i decessi per motivi di lavoro in Italia, di cui 609 per infortuni ’stradali’, ovvero lungo il tragitto casa-lavoro (’in itinere’) o in strada durante l’esercizio dell’attività lavorativa. L’Italia, avverte il Censis, è di gran lunga il Paese europeo dove si muore di più sul lavoro. Se si escludono gli infortuni in itinere o comunque avvenuti in strada, non rilevati in modo omogeneo da tutti i Paesi europei, si contano 918 casi in Italia, 678 in Germania, 662 in Spagna, 593 in Francia (in questo caso il confronto è riferito al 2005).I numeri crescono ancora se si considerano le vittime degli incidenti stradali. Nel 2006, in Italia, i decessi sulle strade sono stati 5.669, più che in Paesi anche più popolosi del nostro: Regno Unito (3.297), Francia (4.709) e Germania (5.091). Gli altri Paesi hanno fatto meglio di noi negli interventi tesi a ridurre i decessi sulle strade. Nel 1995 la Germania era ‘maglia nera’ in Europa, con 9.454 morti in incidenti stradali, ridotti a 7.503 già nel 2000, per poi diminuire ancora ai livelli attuali. In Francia, si è passati dagli 8.892 morti sulle strade nel 1995 agli 8.079 nel 2000, per poi registrare un ulteriore calo.La riduzione in Italia c’è stata (i morti erano 7.020 nel 1995, 6.649 nel 2000, fino agli attuali 5.669), ma non in maniera così rapida, sottolinea il Censis, tanto da diventare il Paese europeo in cui è più rischioso spostarsi sulle strade. Mentre se si guarda agli omicidi, in Italia continuano a diminuire. In base ai dati delle fonti ufficiali disponibili elaborati dal Censis, sono passati da 1.042 casi nel 1995 a 818 nel 2000, fino a 663 nel 2006 (-36,4% in 11 anni). Sono molti di più negli altri grandi Paesi europei, dove pure si registra una tendenza alla riduzione: 879 casi in Francia (erano 1.336 nel 1995 e 1.051 nel 2000), 727 in Germania (erano 1.373 nel 1995 e 960 nel 2000), 901 casi nel Regno Unito (erano 909 nel 1995 e 1.002 nel 2000).Anche rispetto alle grandi capitali europee, nelle città italiane si registra un numero minore di omicidi.Nel 2006 a Roma si sono contati 30 casi, quasi come Parigi (29 omicidi, ma erano 102 nel 1995), 33 a Bruxelles, 35 ad Atene, 46 a Madrid, 50 a Berlino, 169 a Londra, che aveva toccato la punta massima (212 omicidi) nel 2003.
Quale conclusione trarre da queste cifre? Se non quella che il sistema capitalistico italiano ancor più arretrato di quelli degli altri paesi europei è anche il più criminogeno? Infatti nessuna sicurezza sul posto di lavoro (la sicurezza è un costo e bisogna tagliare i costi! Montezemolo docet!), nessuna sicurezza sulle strade (la manutenzione e l’accurata costruzione di strade, autostrade, ecc. sono un costo ed occorre tagliare i costi! Tremonti docet!). In cambio scateniamo i Sindaci con le loro ordinanze creative (!) contro prostitute, barboni e morti di fame vari e balocchiamoci con i “soldatini”! Tanto se muoiono degli operai, chi se ne frega, l’importante è tener ferma l’attenzione dei cittadini sulla sicurezza, in modo che non si distraggano e non si permettano di pensare ad esempio alla “sicurezza sul lavoro”. In fondo lo dicon tutti che crediamo di non essere sicuri, perché i giornali parlano di determinati avvenimenti, per cui se i giornali dedicassero un po’ di spazio alle notizie sui morti sul lavoro (tre al giorno l’anno scorso!) forse tutti ci renderemmo conto anche della gravità del fenomeno, ma poiché i proprietari dei giornali sono espressione dello sistema di potere che per risparmiare a tutti i costi, risparmia proprio sulla sicurezza, ecco perché l’Italia è il Paese meno sicuro del mondo.Come definire questo sistema capitalistico, se non “criminale”, visto che fa più morti della mafia, della camorra e della ‘ndrangheta messe assieme?

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