giovedì 24 maggio 2012
Se potessi avere mille Euro al mese !
“I lavori in Italia possono essere suddivisi in due gruppi: i primi sono quelli che danno diritto ad un’adeguata retribuzione, nel secondo quelli che… no”. Sono soprattutto i giovani a rientrare nel secondo gruppo risultando spesso “sottoimpiegati, sottopagati e sottorappresentati” nell’istantanea che ci restituisce il libro di Eleonora Voltolina “Se potessi avere mille euro al mese. L’Italia sottopagata” (Laterza editore) che indaga il mondo del precariato attraverso le storie dei protagonisti. L’autrice parla di un “esercito senza armi, voci, tutele, prospettive, santi in paradiso. Un esercito di ricattabili”che non riesce a mantenersi con il proprio stipendio, quando ne ha uno. E’ un fenomeno che riguarda trasversalmente diverse fasce di lavoratori: giornalisti, medici, avvocati e commesse. Tutti in bilico tra la passione per il lavoro che svolgono e le difficoltà economiche che vivono. Si tratta soprattutto di giovani e il perché, rimarca l’autrice, è facilmente intuibile: “sono persone che hanno minore esperienza e che quindi vengono considerate non sufficientemente esperte da meritare un compenso per le loro prestazioni professionali”. Si allunga così la “gavetta” e le famiglie diventano gli ammortizzatori sociali privati dei figli.
I giovani tra i 19 e i 35 anni nel nostro paese sono dodici milioni: uno su sei fa l’università e il grosso delle spese sostenute per lo studio vengono coperte spesso dalle famiglie. Ogni anno vengono attivati oltre 5mila stage, per due terzi nelle imprese private e per un terzo negli enti pubblici e in oltre la metà dei casi non è previsto neanche un rimborso spese. Mentre secondo uno studio della Cgia, l’associazione delle piccole imprese di Mestre (citato dall’autrice) rivela che i precari tra i 15 e i 34 anni in Italia percepiscono una retribuzione mensile netta di appena mille euro, un quarto in meno rispetto ad un lavoratore che svolge le stesse mansioni assunto, però, con un contratto a tempo indeterminato. A ciò si aggiunge la situazione di precarietà vissuta da molti giovani professionisti come testimonia la storia di Astrid giovane archeologa, che dopo una laurea, un dottorato e diversi corsi di specializzazione si è vista costretta ad aprire la partita Iva e si sente proporre lavori per 5 euro l’ora. Un paradosso per un paese che possiede più di duemila luoghi archeologici e un flusso annuale di oltre 15milioni di visitatori. Non molto diversa la storia di Manuela, da sempre attiva nel mondo dello spettacolo, con una passione per il teatro si è trovata spesso a firmare contratti della durata di appena due mesi senza alcuna garanzia fino a diventare una delle protagoniste della vicenda del Teatro Valle occupato. L’obiettivo dell’occupazione, avvenuta il 14 giungo, è quello di diffondere la cultura intesa come bene comune e di difendere i diritti dei lavoratori del settore “trattati in costante violazione dell’articolo 36 della Costituzione”.
“La musica deve cambiare”, partendo col pagare chi lavora perché si esca dall’emergenza retribuzione che stiamo vivendo. Tante le soluzioni proposte dal libro, tra cui l’istituzione, sulla falsa riga anglosassone del minimum wage, retribuzioni minime soprattutto per chi ha contratti di collaborazione, a progetto, consulenze e partite Iva prevedendo ammortizzatori sociali universalistici che non siano rappresentati dalla famiglia d’origine. Secondo la Voltolina, dare un’iniezione di fiducia e sostenere l’imprenditoria giovanile è l’unica soluzione per uscire dal pantano dell’incertezza per tornare ad essere cittadini liberi.
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