sabato 21 giugno 2008

IMMIGRAZIONE, CLANDESTINI, “FACCIA FEROCE” E GRIDA MANZONIANE

Sabato 21 giugno 2008 dalla Stampa di Torino: “…Vlado Ristic, 37 anni, con un curriculum criminale di tutto rispetto per i reati più svariati, con sul groppone, ovviamente, mai ottemperati 15 provvedimenti di espulsione … fotosegnalato per la prima volta nel 1981…. 27 anni sono passati dalla prima segnalazione…. Il croato aveva 10 anni…”.

Non è la prima volta ( e non sarà ahimè neanche l’ultima!) che cittadini stranieri extracomunitari, espulsi con il semplice invito ad allontanarsi dal territorio dello Stato entro 15 giorni, non ottemperino all’invito di allontanamento e, rimasti clandestini sul territorio italiano, continuino a commettere reati.
In campagna elettorale LA DESTRA aveva proposto che i cittadini stranieri extra o neo comunitari che fossero, una volta condannati con sentenza passata in giudicato, scontassero la pena nel loro paese d’origine (previi opportuni necessari accordi con i paesi di origine).
Il Governo attuale, con il pacchetto sicurezza, sembra nella specifica materia, procedere con la faccia feroce, ma se andiamo a vedere con attenzione i provvedimenti già attuati (norme già in vigore perché proposte con decreto legge o quelle ancora in via di approvazione da parte delle camere perché proposte con disegno di legge ordinario) ci accorgeremo che così non è: in tema di immigrati clandestini, soprattutto. Infatti, accantonata la proposta della Destra, con il Decreto legge ci si è limitati a prevedere la clandestinità come aggravante comune (in pratica, se chi commette un reato è clandestino, viene punito con una pena più alta rispetto a quella che sarebbe comminata a un non clandestino per lo stesso reato) e a introdurre l’espulsione per ordine del giudice per gli stranieri (comunitari o extracomunitari, indifferentemente) se condannati alla pena della reclusione per un periodo superiore a due anni.
Sono due misure che, nella loro inflessibilità, non possono che essere condivisibili, salvo la loro pratica inutilità al momento in cui dovranno essere attuate.
Esiste infatti già la norma che impone al questore di espellere coattivamente dal territorio dello Stato il cittadino extracomunitario, privo di permesso di soggiorno e destinatario di un decreto prefettizio di espulsione (e quindi clandestino), ma tale norme è stata sempre meno attuata, a cominciare dagli ultimi due anni del precedente Governo Berlusconi, allorché si è ridotta, anno dopo anno la percentuale delle espulsioni eseguite rispetto a quelle intimate (vedasi l’ultimo Dossier della Charitas sull’immigrazione). Il caso di cronaca, citato all’inizio, è emblematico: 15 decreti di espulsione, dice la Stampa, cui mai il croato ha ottemperato: in realtà avrebbe dovuto dire: 15 decreti di espulsione, di cui il Questore (o i vari questori interessati) ha omesso di provvedere all’espulsione coattiva.
Mentre sul piano pratico cosa succederà? l’espulsione per ordine del giudice, a seguito di sentenza di condanna definitiva a pena detentiva superiore a due anni, è prevista come “misura di sicurezza”. Pertanto trattasi di provvedimento che potrà essere applicato solo a persone ritenute “socialmente pericolose” (pericolosità sociale che dovrà essere accertata al momento dell’applicazione della misura). E poiché l’esecuzione della misura non potrà che avvenire a distanza di tempo dalla sentenza di condanna, il magistrato di sorveglianza, chiamato a dare esecuzione, su impulso del pubblico ministero, all’applicazione della misura di sicurezza dell’espulsione, dovrà, preventivamente, valutare l’attualità della pericolosità sociale. Solo dopo tale valutazione, si potrà procedere all’espulsione. Con quali modalità? Il decreto legge non lo dice. Pertanto si devono ritenere applicabili le norme del Testo Unico sull’Immigrazione, quelle che, come abbiamo visto, sono da diversi anni praticamente disapplicate. Siamo punto a capo. “Faccia feroce” all’apparenza, incapacità operativa nella sostanza, in continuità con il “buonismo” inoperoso del centrosinistra. In più: maggior affollamento delle carceri a causa dell’aggravamento delle pene (mentre la proposta della destra avrebbe comportato uno sfoltimento della presenza di detenuti extracomunitari negli Istituti Penitenziari) e maggior intasamento degli Uffici dei Magistrati di sorveglianza, già oggi in gravi difficoltà.
Aldo Rovito, Avvocato - Portavoce Provinciale La Destra Alessandria

P.S. Nel marzo di quest’anno avevo inviato un esposto denuncia alle Procure della Repubblica del Piemonte e alla Procura Generale di Torino per denunciare la disapplicazione della norma che impone ai Questori di dare esecuzione coattiva ai provvedimenti prefettizi di espulsione. Invierò un nuovo esposto alla procura di Torino, per il caso del croato Vlado Ristic.

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