La storia della BCE (Banca centrale europea), dal Trattato di Maastricht ai giorni nostri. Tutti i retroscena di una vicenda che riguarda tutti, ma di cui ben pochi sono a conoscenza. Ce li racconta Fabrizio Zampieri, economista padovano, consulente finanziario e docente presso numerose imprese e associazioni di categoria.
Con l’Atto Unico del 1986, i Paesi dell’Europa Comunitaria decisero di realizzare la libera circolazione delle persone, delle merci, dei servizi e dei capitali; ciò era però ostacolato dall’instabilità finanziaria causata, secondo i governanti dell’epoca, dalla mancanza di una politica monetaria uniforme. Per questa ragione, con il Trattato di Maastricht, nel febbraio del 1992, si decise di portare a termine l’unione economica con l’introduzione di una moneta europea: l’Euro.
L’Euro giunse “fisicamente” nei nostri Paesi il 1° gennaio 2002 anche se era utilizzato, a livello interbancario, già dal 1° gennaio 1999.
A seguito di questa importante decisione venne creata la Banca Centrale Europea (BCE), con sede a Francoforte, quale responsabile della politica monetaria nell’Unione Europea e con obiettivo principale il mantenimento della stabilità dei prezzi.
Le Banche Centrali dei Paesi aderenti all’Unione Monetaria non sono sparite ma continuano ad esistere pur rispettando le direttive impartite dalla BCE. Inoltre, la BCE, insieme alle altre Banche Centrali, forma il cosiddetto “Sistema Europeo delle Banche Centrali” (SEBC).
E qui possiamo rilevare un primo fatto piuttosto preoccupante: le Banche Centrali delle singole nazioni europee, prima del Trattato di Maastricht, avevano un’indipendenza dal potere politico variabile tra il 40 e il 65%; attualmente, dopo l’introduzione dell’Euro, l’indipendenza si aggira intorno al 90%!. Dunque, mentre nessuna influenza può giungere dal potere politico alla BCE, dai vertici monetari giungono invece ai nostri governanti continue indicazioni, parametri cui attenersi, rigidi vincoli che coinvolgono l’intera vita e l’economia delle nazioni.
Inoltre, l’art. 4 del Trattato non menziona la BCE tra le Istituzioni della Comunità (Parlamento Europeo, Consiglio, Corte di Giustizia, Corte dei Conti e Commissione); alla BCE però il Trattato conferisce personalità giuridica e lo Statuto ne riconosce la più ampia capacità di agire all’interno di ciascuno degli Stati membri.
Sotto il profilo giuridico-formale, la BCE non è dunque un’Istituzione Comunitaria, ed i singoli Paesi aderenti all’Unione Monetaria non possono interferire in alcun modo con la sua politica economica; essa può quindi fissare a suo arbitrio il livello del tasso ufficiale di sconto (TUS), la quantità di denaro da immettere sul mercato, decidere la disponibilità ed il costo del finanziamento del sistema bancario e qualsiasi altra azione di sua competenza, in modo indipendente (art. 7 del Protocollo SEBC: “Indipendenza”).
Ed in aggiunta, mentre i dibattiti e le sedute della Camera dei Deputati e del Senato sono aperti al pubblico e le sentenze delle Corti di Giustizia devono essere dettagliatamente motivate e pubblicizzate, dall’altra parte, le riunioni del Consiglio Direttivo della BCE sono assolutamente secretate, ed è lo stesso Consiglio che, di volta in volta, decide se pubblicare le proprie delibere, se pubblicarne solo alcune parti, o se non pubblicarle affatto. Oltre tutto questo, i dirigenti della BCE godono di una sostanziale immunità: non sono infatti previste, all’interno della BCE, sanzioni per comportamenti impropri degli stessi dirigenti (art. 12 del Protocollo: “Responsabilità degli organi decisionali”).
Senza esagerazioni, il Trattato di Maastricht ha fatto di loro membri intoccabili di una Società privata ed autonoma, in parte segreta, che condiziona Stati e popoli.
Ne deriva perciò che i singoli Stati dell’Unione Monetaria hanno perso la sovranità monetaria e legislativa in campo monetario, sovranità che sono parti essenziali della sovranità nazionale.
Appurato che la BCE è un “Ente” privato ed autonomo, è ora interessante conoscere chi sono i proprietari e beneficiari di questo sistema di cose:
BANCA CENTRALE EUROPEA -COMPOSIZIONE AZIONARIA-
Banca Nazionale della Germania D 23,40%
Banca di Francia F 16,52%
Banca d’Inghilterra GB 15,98% Paese fuori dall’Euro
Banca d’Italia I 14,57%
Banco de Espana E 8,78%
Banca d’Olanda NL 4,43%
Banca Nazionale del Belgio B 2,83%
Banca Centrale di Svezia S 2,66% Paese fuori dall’Euro
Banca Nazionale d’Austria A 2,30%
Banca della Grecia GR 2,16%
Banca Centrale del Portogallo P 2,01%
Banca Nazionale di Danimarca DK 1,72% Paese fuori dall’Euro
Banca Nazionale di Finlandia FL 1,43%
Banca Centrale d’Irlanda EIR 1,03%
Banca Centrale Lussemburgo LUX 0,17%
Osservazioni:
- Possiamo notare che il 20,36% (oltre un quinto) della BCE è di proprietà di Banche Centrali di Paesi della Comunità Europea che però sono al di fuori dell’Euro. In pratica, queste Banche, oltre ad interferire nelle politiche monetarie della BCE, emettono e gestiscono anche le proprie monete nazionali. Ciò, secondo il mio parere, è palesemente ingiusto e incostituzionale.
BANCA D’ITALIA -COMPOSIZIONE AZIONARIA-
Gruppo Intesa-S. Paolo 44,25%
Gruppo Capitalia-Unicredito 22,12%
Banca Carige 3,96%
BNL 2,83%
Monte Paschi di Siena 2,50%
Cassa di Risparmio di Firenze 1,85%
Gruppo Banca Popolare Italiana* 1,23%
Assicurazioni Generali 6,33%
RAS Assicurazioni 1,33%
Altri Soci 7,93%
Inps 5,00%
Inail 0,67%
- Tra i soci proprietari di Banca d’Italia è presente anche Gruppo Banca Popolare Italiana, ex Banca Popolare di Lodi, legata alle famose e drammatiche vicende finanziarie di Fiorani & C.
- L’art. 3, ultimo comma, dello Statuto di Banca d’Italia, stabilisce che la maggioranza delle quote del capitale sociale deve essere posseduta da Enti Pubblici.
Attualmente, circa il 93% del pacchetto azionario di B.I. è detenuto da Banche private, in palese violazione dell’art.3, di cui sopra.
- Gli stipendi del personale Bankitalia (Banca privata –vedi sopra) sono però a carico dei contribuenti italiani, e sono stipendi enormi: un dipendente della nostra Banca Centrale prende in media 110.000 eur l’anno, contro i circa 66.000 eur di un dipendente della Banca Centrale Americana (FED). C’è quindi da chiedersi perché i cittadini italiani devono pagare in modo così esagerato un servizio che, in definitiva, non viene reso alla Comunità bensì ai veri proprietari (Banche private).
Quindi Banca d’Italia (Banca posseduta al 95% da Banche private) è proprietaria del 14,57% della Banca Centrale Europea, e questo ci fa chiaramente capire che, anche da un punto di vistasocietario, BCE è una Banca praticamente privata, la quale ovviamente persegue in primis obiettivi e scopi privatistici.Non bisogna tralasciare un altro importantissimo aspetto della politica monetaria di BCE; infatti un’altra delle sue funzioni è quella di mantenere stabile il tasso di cambio dell’euro rispetto allealtre valute nel medio periodo; ebbene l’euro è tutt’altro che stabile, anzi è una valuta forte (attualmente il cambio dell’euro rispetto al dollaro è di circa 1,38 –massimo storicodall’introduzione dell’euro-; rispetto allo yen giapponese è di circa 168,70 –altro record storico da 15 anni-; e così via rispetto anche alle altri principali valute internazionali). E non è necessarioessere un economista per comprendere che un euro forte penalizza fortemente le esportazioni (vendite) delle aziende europee. Sono molte le aziende italiane in difficoltà a seguito di questo fenomeno, che hanno registrato ingenti cali di vendite e riduzioni di fatturato, il tutto con graviripercussioni sulla produzione e sull’occupazione.Non sembra quindi BCE stia facendo molto sotto questo aspetto, pur avendone le possibilità, occupandosi prevalentemente di tenere sotto controllo il livello d’inflazione manovrando il tasso ufficiale di sconto. Non dimentichiamo che l’attuale TUS è al 4%, dall’originario 2% al momento dell’introduzione dell’Euro, con un aumento del 100% in pochi anni; ed anche in questo caso non ènecessario essere degli economisti per capire che ad ogni aumento del Tasso Ufficiale di Sconto corrisponde un aumento dell’importo della rata del mutuo o del prestito di un normale cittadino.
Dr. Fabrizio Zampieri economista
Fonte, www.criticamente.it
martedì 17 giugno 2008
Bce, più ombre che luci.... e BankItalia.....
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