sabato 16 febbraio 2008

VELTRUSCONI: UN GIANO BIFRONTE SENZA MEMORIA


VELTRUSCONI: UN GIANO BIFRONTE SENZA MEMORIA
12 feb. - Ambrogio Crespi - Scusate il ritardo, ma scrivere un editoriale, un articolo che possa rispettare il titolo, cioè "Il Settimanale" è sempre più complicato perchè sono tempi in cui quello che oggi sembra una verità assoluta domani può rivelarsi una totale bufala.
Il flusso delle informazioni vive il day by day e spesso si manifesta come una frattura temporale, un percorso illogico che fa si che ogni giorno sia diverso e contrapposto al precedente. Il vantaggio è che non ci si annoia.
Alcuni esempi? Per 10 giorni il problema principale del Paese era e giustamente la pattumiera di Napoli, ora è da una settimana che non se ne parla più, ma la monnezza è sempre lì.
Silvio Berlusconi che ha tenuto a battesimo La Destra di Storace che non ha mai mostrato incrinature nel rapporto con il Cavaliere viene clamorosamente esclusa, tagliata, sacrificata in nome di un accordo Fini/Berlusconi che fino a ieri se ne sono detti di tutti i colori al punto che tutti eravamo convinti che il loro rapporto fosse concluso.
E' sempre Berlusconi che chiede all'UDC di presentarsi nelle sue liste, quando è stato proprio il partito di Casini ad avere accusato Berlusconi nei 5 anni di governo, di aver pensato più agli affari suoi che a quelli del Paese. Qual'è il filo logico, il percorso razionale, le modalità umane e politiche che producono tali effetti? E come è possibile che i protagonisti non si rendano conto che questo aumenta la diffidenza e il distacco della gente?
Dall'altra parte Veltroni che pur all'inizio di questo percorso è apparso coerente e portatore di un disegno molto preciso, sembra avviluppato su se stesso alla ricerca di effetti scenografici, proteso come è a cancellare nella memoria degli italiani, l'antipatia che l'azione di governo di Romano Prodi ha prodotto. La modalità che ha scelto è quella di Barack Obama, ma si tratta di un giovane ed estraneo alla classe politica che ha governato gli Stati Uniti negli ultimi anni ed è questo che lo rende credibile, e Veltroni se si presenta come un novizio rischia di cadere nel ridicolo, semmai dovrebbe dire abbiamo sbagliato, me ne sono reso conto, cominciamo da capo.
Inoltre Veltroni sta gestendo la politica delle alleanze in un modo quantomeno bizzarro, lo schema è il seguente: Antonio Di Pietro, uno dei principali responsabili della quotidiana delegittimazione del Governo Prodi, sono stati proprio i suoi scontri con Pecoraro Scanio e Mastella che hanno fatto così tanto rumore da impedire anche alle cose buone fatte dal governo di arrivare alla gente, inoltre è di destra ed è un giustizialista, ma è proprio con lui che il Pd vuole costruire un'alleanza. Dall'altra parte i Socialisti di Boselli, Craxi, Angius, ecc. (tra l'altro membri della stessa internazionale socialista) che con i Radicali di Pannella e Bonino hanno portato un contributo coerente e serio al governo, il dialogo non si è nemmeno aperto.
Veltroni non sembra rassegnato alla sconfitta e dovremmo chiedergli la definizione di vittoria e magari resteremmo sorpresi nel constatare che il suo campo di battaglia non è il governo del Paese ma l'egemonia di una parte politica, quindi queste elezioni sono uno strumento per eliminare tutti coloro che non condividono la sua visione.
Berlusconi invece pensa già ai ministri del suo prossimo governo dando per scontate troppe cose ed è convinto che la propaganda e la sua presenza possano coprire qualsiasi difetto.
Entrambi sbagliano a fare i conti, non saranno solo loro di fronte agli italiani e questa volta non si tratterà del solito referendum a favore o contro Berlusconi, ma dovranno fare i conti con Tabacci e la sua Rosa Bianca, Bertinotti e la Sinistra Arcobaleno, magari con la Bonino e non ultima con la Santanchè. Questi saranno i protagonisti, non i partiti e allora nelle urne potremo trovare risultati che oggi sono inimmaginabili.
Io già mi pregusto il faccia a faccia Santanchè/Berlusconi o Bonino/Veltroni.
Ambrogio Crespi

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