Che succede in Italia? C’è rischio che sia sconvolta di nuovo come tanti anni fa nel sanguinoso periodo degli anni di piombo? Speriamo di no, ma c’è più di qualche motivo per essere preoccupati. Sullo scontro avvenuto a Piazza Navona il 29 ottobre 2008 durante le giornate di protesta studentesca contro il decreto Gelmini si è avuta molta informazione scandalistica e imprecisa.Nei giorni successivi agli scontri sui vari quotidiani nazionali è stata intentata una vera e propria campagna diffamatoria nei confronti dei ragazzi del Blocco Studentesco.Format quali Matrix, Anno Zero si sono occupati della vicenda.Alcuni portando avanti il loro operato sospinti dal dover di cronaca,altri,“Chi l’ha visto?” è solo un esempio,un po’meno.La cosa incredibile è che quello stesso dovere di cronaca, quella fame di verità e giustizia dovrebbe costituire presupposto aprioristico di qualsiasi giornalista che aspiri a chiamarsi tale.Già, dovrebbe.Ma alcuni “riscontri oggettivi” ci inducono a ritenere che nella prassi, purtroppo, non è esattamente così.Ci hanno chiamato violenti, aggressori,picchiatori, bastonatori di bambini.Poco importa se eravamo noi gli aggrediti. Poco importa se i “bambini” avevano tutti o quasi più di trent’anni, ese erano armati anche loro.Poco importa se ancora una volta il libero pensiero è stato sopraffatto (mediaticamente, si badi) dalla strumentalizzazionebecera e dagli interessi di pochi vecchi tromboni che hanno visto dietro “l’onda anomala” una torta troppo golosa per non essere sbafata. Poco importa se fino al 29 ottobre in piazza erano scesi più di 20000 studenti senza distinzioni politiche, poco importa se “l’onda anomala” era anomala per davvero. E poco importa se nel delirio mediatico generale, è stata approvata una riforma ancora una volta penalizzante perla scuola pubblica. Tutti troppo occupati nella ricerca del “cattivo” da cacciare.Tutti troppo occupati a ergersi garanti della protesta“pacifica, moderata, benpensante, media”.Tutti troppo occupati a esprimere solidarietà a una redazione, quella di “Chi l’ha visto?”, che, fuori tema peraltro, non ha fatto che aumentare il clima di tensione già palpabile nei giorni successivi a Piazza Navona. Hanno svenduto le nostre facce come carne da macello, noi che la faccia, ce la mettiamo sempre. Ci hanno accusato, infamato e diffamato, dandoci perfino degli infiltrati. Hanno giocato con le nostre vite. Hanno giocato sporco. E hanno giocato male. Hanno giocato male perché il Blocco Studentesco è ancora qui, e non arretra di un passo. Hanno giocato male perché “l’onda anomala”, quella vera, non la affogheranno mai. Sembra essersi infranta addosso allo scoglio dell’antifascismo, dell’egoismo, dello sporco interesse politico, ma già si sta preparando in fondo al mare per tornarepiù alta che mai. Perché i sogni non li puoi distruggere. Perchè la speranza e l’irrazionale voglia di vivere non le puoi fermare. Perché quelle parole:“Nè rossi, nè neri, ma liberi pensieri” sono rimaste impresse nel marmo di quella piazza. E risuonano ancora. Hanno giocato con le nostre vite. Hanno giocato sporco. E hanno giocato male. Di fronte a tutto questo non abbiamo altra possibilità che dare un segnale, forte. Questo libro vuole essere una risposta, a tutti loro. Una risposta politica, ovviamente, perché è quella che ci riesce meglio. Una risposta con i fatti ,ovviamente, perché non mentono mai.
(Dall'Introduzione a "dossier Piazza Navona, per g.c. di Blocco Studentesco - casa Pound Italia)
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