Ha ragione il Presidente Buontempo quando sostiene che la riforma della Giustizia non può essere fatta sotto l’emotività del momento, sulla spinta di fatti di cronaca, anche se gravi.
L’illegalità nella quale oggi è immersa gran parte della classe politico-amministrativa del PD (e non solo, visto che in Abruzzo lo scandalo che ha colpito il Presidente della Giunta Regionale ha coinvolto in maniera più o meno estesa anche esponenti del PdL con responsabilità di governo nella precedente giunta di centrodestra), non può essere l’occasione per regolamenti di conti o per riforme affrettate. Sembra che si voglia fare una riforma, per impedire ai Giudici di indagare sulle malefatte di una Casta che non ha più distinzioni di partiti, ma che trasversalmente attraversa tutti gli schieramenti. Il fatto che Violante, a nome della Sinistra, si sia dichiarato disponibile a collaborare con la maggioranza, la dice lunga sulle reali intenzioni dei novelli riformatori.
Tutti nel PD e nel PdL guardano all’America (e anche qualche Magistrato sproloquia di pubblico Ministero eletto dal popolo), ma negli USA l’FBI, servendosi di intercettazioni telefoniche (quell’utilissimo strumento di indagine che in Italia si vorrebbe eliminare) ha inchiodato alle sue responsabilità il Governatore di uno Stato, sbattendolo in cella con l’accusa di corruzione e concussione. In Italia, invece un Ministro è riuscito a far allontanare dalla sua sede un Magistrato (caso de Magistris) che voleva indagare sulla corruzione di pubblici amministratori. Ciò vuol dire che negli USA l’indipendenza della Magistratura è garantita, mentre in Italia l’indipendenza dei singoli Magistrati è alquanto precaria, se l’Organo di autogoverno della Magistratura ha avallato la scelta di quel Ministro.
L’unica riforma giudiziaria da fare è quella che riesca a coniugare la massima celerità dei processi, con il massimo di garanzie per i cittadini e di indipendenza (anche dalle correnti interne) per i Magistrati
E concludo, sempre con le parole del Presidente Buontempo: “Quando è in gioco la libertà delle persone si ha il dovere di fare le riforme con il massimo della serenità e astraendosi dalla realtà del momento. Non può essere la patologia della Giustizia a indicare la strada giusta per una riforma che è sì necessaria e urgente, ma che non può essere realizzata con gli stimoli politici attuali”
Aldo Rovito
L’illegalità nella quale oggi è immersa gran parte della classe politico-amministrativa del PD (e non solo, visto che in Abruzzo lo scandalo che ha colpito il Presidente della Giunta Regionale ha coinvolto in maniera più o meno estesa anche esponenti del PdL con responsabilità di governo nella precedente giunta di centrodestra), non può essere l’occasione per regolamenti di conti o per riforme affrettate. Sembra che si voglia fare una riforma, per impedire ai Giudici di indagare sulle malefatte di una Casta che non ha più distinzioni di partiti, ma che trasversalmente attraversa tutti gli schieramenti. Il fatto che Violante, a nome della Sinistra, si sia dichiarato disponibile a collaborare con la maggioranza, la dice lunga sulle reali intenzioni dei novelli riformatori.
Tutti nel PD e nel PdL guardano all’America (e anche qualche Magistrato sproloquia di pubblico Ministero eletto dal popolo), ma negli USA l’FBI, servendosi di intercettazioni telefoniche (quell’utilissimo strumento di indagine che in Italia si vorrebbe eliminare) ha inchiodato alle sue responsabilità il Governatore di uno Stato, sbattendolo in cella con l’accusa di corruzione e concussione. In Italia, invece un Ministro è riuscito a far allontanare dalla sua sede un Magistrato (caso de Magistris) che voleva indagare sulla corruzione di pubblici amministratori. Ciò vuol dire che negli USA l’indipendenza della Magistratura è garantita, mentre in Italia l’indipendenza dei singoli Magistrati è alquanto precaria, se l’Organo di autogoverno della Magistratura ha avallato la scelta di quel Ministro.
L’unica riforma giudiziaria da fare è quella che riesca a coniugare la massima celerità dei processi, con il massimo di garanzie per i cittadini e di indipendenza (anche dalle correnti interne) per i Magistrati
E concludo, sempre con le parole del Presidente Buontempo: “Quando è in gioco la libertà delle persone si ha il dovere di fare le riforme con il massimo della serenità e astraendosi dalla realtà del momento. Non può essere la patologia della Giustizia a indicare la strada giusta per una riforma che è sì necessaria e urgente, ma che non può essere realizzata con gli stimoli politici attuali”
Aldo Rovito
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