mercoledì 17 dicembre 2008

NAPOLI: Inquisiti BOCCHINO (AN-PdL) e LUSETTI (PD)

NAPOLI - La bufera giudiziaria annunciata per giorni e giorni da indiscrezioni e boatos è arrivata. Tredici ordinanze di custodia cautelare scuotono il Comune di Napoli: per presunte irregolarità nella delibera del Global service finisce in carcere un big dell'imprenditoria, Alfredo Romeo, che secondo i pm avrebbe fatto in modo di ottenere un appalto "cucito" su misura. Ai domiciliari due assessori della giunta Iervolino, Ferdinando Di Mezza e Felice Laudadio, e due ex componenti della squadra del sindaco: Enrico Cardillo, che solo pochi giorni fa aveva annunciato l'addio alla politica, e Giuseppe Gambale, già sottosegretario all'istruzione e componente della commissione antimafia. Tra i destinatari delle misure cautelari anche l'ex provveditore alle opere pubbliche della Campania Mario Mautone, e il colonnello della Guardia di finanza già in forza alla Dia Vincenzo Mazzucco, accusato di aver fatto da "talpa" a beneficio degli indagati. Nell'inchiesta spuntano poi i nomi di due parlamentari, Italo Bocchino (Pdl) e Renzo Lusetti (Pd): avrebbero favorito Romeo, e per loro è stata chiesta al Parlamento l'autorizzazione all'uso di intercettazioni che li coinvolgono. Il sindaco Iervolino sospende i due assessori arrestati, non parla di dimissioni (dopo aver più volte ripetuto in questi giorni di avere "le mani pulite al 500 per cento") e annuncia però l'apertura di un confronto su quanto accaduto, sia in Giunta che con i partiti della coalizione. La delibera sul Global service era un affare da 400 milioni di euro, in realtà mai partito. Si intendeva affidare a un unico gestore, come avvenuto in altre città, l'appalto per una serie consistente di lavori pubblici e manutenzioni di competenza del Comune. La delibera fu varata ma il relativo appalto non è mai stato bandito, a causa della mancanza di copertura finanziaria. Secondo l'inchiesta del procuratore aggiunto Franco Roberti e dei sostituti Enzo D'Onofrio, Raffaello Falcone e Pierpaolo Filippelli, Romeo avrebbe organizzato un vero e proprio comitato composto da tecnici, professionisti, assessori e pubblici funzionari i quali ruotando intorno alla sua figura "a fronte delle prebende che egli è in condizioni di distribuire (in termini di posti di lavoro, in incarichi e consulenze ed in termini di denaro sonante) piegano la loro funzione ed i loro doveri in favore del primo assicurandogli l'aggiudicazione di appalti di opere e di servizi pubblici", sostengono i pm. In base agli elementi raccolti dalla Procura di Napoli ciò avveniva attraverso una vera e propria 'blindatura' dei bandi di gara, redatti "su misura" a beneficio di Romeo. I magistrati hanno disposto il sequestro di tutte le società ed i conti correnti riferibili direttamente o indirettamente all'imprenditore - compreso l'albergo recentemente inaugurato in città - per un valore di centinaia di milioni di euro.BOCCHINO DISSE A ROMEO,SIAMO UN SODALIZIO... "Quindi poi ormai...siamo una cosa...quindi...consolidata, un sodalizio, una cosa solida...una fusione di due gruppi". Così il parlamentare del Pdl Italo Bocchino si rivolge all'imprenditore Alfredo Romeo in una telefonata ritenuta assai significativa dai pm che indagano sulle presunte irregolarità negli appalti del Comune di Napoli. I magistrati sostengono l'esistenza di una "struttura organizzata unitaria" in una "ottica di contiguità, stabile comunanza e reciprocità di interessi che lega tra loro molti degli indagati". Nella conversazione intercettata vi è la dichiarazione di "un soddisfatto Bocchino - commentano i pm - all'esito del ritiro degli emendamenti più 'fastidiosi' proposti dal gruppo consiliare di An con riferimento alla delibera avente ad oggetto il progetto Global Service".

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