domenica 29 giugno 2008

NUCLEARE: favorevole o contrario?

Il Governo Berlusconi ha rilanciato in Italia il dibattito sul nucleare, con le dichiarazioni del Ministro Scaiola, circa la necessità di costruire anche in Italia delle centrali per la produzione di energia elettrica che sfruttino l’energia prodotta dalla fusione dell’atomo.
Ovviamente le polemiche si sprecano, ma vorrei conoscere la Vostra opinione: Vi prego di commentare i due interventi che di seguito propongo: l’intervista a Massimo de Maio, presidente di “Fare Verde” e l’intervento di Davide Mele, tratto da Controstoria.
INTERVISTA A Massimo DE MAIO (Presidente Nazionale FARE VERDE) sul ritorno al nucleare.
De Maio, nucleare si, no o forse?
Assolutamente no. Piuttosto che parlare di nucleare, in questo momento dovremmo concentrarci sull’uso scellerato che facciamo dell’energia. Sarebbe più saggio partire dall'inizio e mettere in discussione il nostro modello di produzione e consumo, attualmente basato sull’idea che l'economia e i consumi possano crescere all’infinito: una idea irrealizzabile, visto che viviamo su un pianeta fisicamente finito. Quelli che hanno il culto di una crescita continua e senza limiti di produzione e consumi si chiedono come alimentarla dal punto di vista energetico. E il nucleare è la loro risposta fideistica.
Ma è anche la risposta più veloce?
Sicuramente no, perché costruire una centrale nucleare tra il 1995 e il 2000 voleva dire impiegare circa dieci anni di tempo per i lavori. Con le centrali EPR di terza generazione si volevano dimezzare i tempi portandoli a soli cinque anni, eppure l'unica centrale di questo tipo in costruzione in Finlandia è già in ritardo: dai cinque anni stimati siamo già passati a più di sette e siamo ancora a metà dell'opera. Posare - come ha detto il ministro per lo Sviluppo Economico, Claudio Scajola - la prima pietra tra cinque anni, vuol dire avere, se tutto va bene, la prima centrale nucleare funzionante intorno al 2023, per la buona pace di chi ha fretta di ridurre la bolletta energetica. Si tratta di un tempo decisamente troppo lungo. Il problema energetico va affrontato e risolto nel più breve tempo possibile: secondo dichiarazioni dell'OPEC il petrolio potrebbe reggiungere in brevissimo tempo i 200 dollari al barile. Si parla addirittura di quota 180 dollari raggiunta entro la fine dell'anno.
Torniamo al principio: cosa intende dire con “mettere in discussione il nostro di modello di produzione e consumo”?
Vuol dire mettere in discussione l'idea secondo la quale la qualità della vita delle persone possa dipendere dalla quantità di merci che consumano, e quindi anche dell’energia che serve per produrle, imballarle, trasportarle, smaltirle a fine ciclo di vita. Dobbiamo uscire da una visione materialistica della vita, tipica delle società “turbocapitaliste”, che è poi quella che ci viene quotidianamente proposta da una propaganda martellante. All’interno di questa visione ogni scelta è guidata da valutazioni di tipo economico-monetario. Gli equilibri naturali, ad esempio, non hanno rilevanza monetaria e sono sempre sottomessi agli interessi economici degli esseri umani. Allo stesso modo, non c'è spazio per i legami comunitari, per la logica del dono, per scambi non regolati dal denaro. La cura per i nostri genitori anziani ormai la acquistiamo da badanti rumene. Abbiamo mercificato perfino i rapporti familiari! Per Maroni le badanti straniere svolgono una “funzione sociale” e per quelle irregolari pensa ad una sanatoria ad hoc. Ma, le chiedo: per un genitore anziano è meglio la compagnia, la vicinanza, le cure di un figlio o quelle di un estraneo? Estendendo questa riflessione a tutti i nostri consumi, ci accorgiamo che riducendo l'invadenza delle merci e del mercato possiamo addirittura migliorare la qualità della vita. Ridurre i consumi di qualsiasi merce o risorsa naturale non significa vivere peggio: siamo arrivati ad un tale livello di spreco che qualsiasi attività umana può essere svolta con un minore impiego di risorse. Quello dell'energia è un esempio lampante: l'efficienza con la quale utilizziamo l’energia è “indegna” di un Paese tecnologicamente avanzato. L’Italia butta via più della metà dell’energia contenuta nei combustibili che importa a caro prezzo, lo spreco inizia dal momento in cui si produce elettricità in centrali termoelettriche che hanno tipicamente un’efficienza del 35%. Tradotto, soltanto il 35% dell’energia contenuta nei combustibili che vengono bruciati in una centrale diventa energia elettrica. L’altro 65% viene disperso sotto forma di calore che non viene recuperato. Un ulteriore 4% di energia (di quel 35%) si perde invece nel trasporto lungo le linee di distribuzione.
Ma in Italia, siamo educati al risparmio energetico?
Non credo proprio, paradossalmente aggiungerei, visto che la nostra è una nazione priva di fonti energetiche fossili. Proprio per questo motivo dovremmo esser maggiormente educati al risparmio energetico. L’Apat, l’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i servizi tecnici, nel 1999 aveva commissionato uno studio sulla possibilità di risparmio energetico, attraverso il quale era stato individuato un potenziale di risparmio - a parità di servizi e secondo una stima prudenziale - del 40%. L’anno scorso Greenpeace ha commissionato al Politecnico di Milano una nuova indagine sul risparmio energetico che ha confermato il dato tecnico dell’indagine dell’Apat, ma specificando che il 20% di quel 40% è anche economicamente conveniente, nel senso che farebbe risparmiare molti soldi all'intero sistema economico. E questo piano di efficienza energetica potrebbe partire (a costo zero, o quasi, per lo Stato) anche da domani, non dal 2023...
Ma intanto noi paghiamo più di tutti, mentre in Francia -Paese in cui da sempre si produce energia dalle centrali nucleari- la bolletta è fra le meno care d’Europa…
Questo è vero, ma in Francia - e questo non lo dice nessuno - il settore della produzione di energia elettrica da fonte nucleare è sovvenzionato dallo Stato. In Germania, dove le sovvenzioni sono minori, il chilovattora nucleare ha un costo superiore del 250% rispetto alla Francia dove una serie di costi non sono palesi in quanto sostenuti direttamente dallo Stato, come tutto il capitolo della gestione delle scorie. Anche in Italia i costi di dismissione delle nostre quattro vecchie centrali sono a carico dello Stato. I costi di gestione sostenuti dallo Stato non vengono conteggiati nel costo di produzione dell’energia elettrica: è un costo che c’è ma che non si vede…
E chi lo paga?
Sempre noi, ma sotto forma di altre tasse.
Eppure oggi sembra che in molti vogliano il nucleare...
Ho l’impressione che i nostri politici ne stiano facendo più una battaglia ideologica che non una scelta concreta e realizzabile per il bene della Nazione. E’ un mio dubbio fortissimo. Se dovessimo fare una scelta basata sulla convenienza economica, sui tempi di realizzazione e sull’impatto ambientale, dovremmo fare altri tipi di scelte.
Però -dovendo fare l’avvocato del diavolo- dalla parte loro c’è un dato di fatto che pesa, ossia che siamo troppo dipendenti dall’estero...
Ma resteremmo in ogni caso dipendenti dall’estero. In primo luogo per via della tecnologia, perché se dovessimo costruire una centrale in Italia, sarebbe l'azienda elettrica di stato francese EDF a realizzarla come sta succedendo in Finlandia. I francesi, non potendo più costruire centrali sul loro territorio (hanno 59 reattori), stanno tentando di vendere all'estero la loro tecnologia per continuare a tenere in piedi il loro “business”. L’hanno fatto in Finlandia, hanno tentato in Inghilterra. La Edison, che è una delle aziende “italiane” interessate al settore del nucleare nel nostro paese, è completamente in mano al gruppo EDF. Fare Verde non vuole che l'Italia diventi la colonia nucleare della Francia! Oggi i francesi ci vendono solo l'energia elettrica, domani potrebbero venderci le centrali incassando molto di più. E questa è una forma ancora più grave di dipendenza.
Che però non è l’unica...
Infatti: resteremmo dipendenti dall’estero anche per l’uranio. L'Italia non ha scorte significative di questo minerale e neanche la capacità di arricchirlo per farlo diventare uranio-235, il combustibile fissile utilizzato nelle centrali. La maggiore capacità impiantistica per l'arricchimento dell'uranio è ancora in mano francese, poi vengono gli Germania, Gran Bretagna, Giappone, Stati Uniti. Inoltre, l'uranio non è una fonte rinnovabile e, proprio come il petrolio, più diminuirà e maggiormente ci costerà. L'uranio è disponibile oltretutto in quantità decisamente inferiore rispetto alle atre fonti fossili. La disponibilità di uranio tenendo conto del centrali che ci sono oggi sparse per tutto il mondo, basterà si e no per circa cinquant’anni, forse anche meno. Se tutti si mettono a fare centrali nucleari, rischiamo seriamente che le nostri centrali resteranno prive di uranio quando saranno arrivate a metà o forse meno del loro ciclo di vita. Il rischio che l'uranio non basti per alimentare questa nuova stagione nucleare è stato segnalato perfino dal Sole24ore.
Oggi la destra sembra favorevole all’introduzione di nuove centrali nucleari di terza generazione, ma non è stato sempre così.... A cosa dobbiamo quest’inversione di rotta?
La dobbiamo al fatto che non c’è più dibattito: in AN la scelta pro-nucleare l'hanno fatta Fini, Urso e pochi altri imponendola al resto del partito. Un modo di fare che mi sembra che da quelle parti sia diventato una prassi. Per quanto ne so, nell'87 nelle sezioni del MSI si discuteva, ci si informava, si ragionava e si facevano le scelte considerate migliori per la Nazione. Insomma, si faceva Politica. Oggi mi dicono che nelle sezioni si discute di alleanze e liste elettorali. Manca il dibattito all’interno delle sezioni, semplicemente perché si da importanza ad altro. Oggi si fa amministrazione più che politica. Prevalgono le scelte demagogiche fatte per rastrellare voti, ma a volte sono scelte che non coincidono con il bene della Nazione.
Ma questo succede sia a destra che a sinistra.
Vero. Destra e sinistra oltrettutto sono ormai incapaci di dare interpretare la realtà e dare risposte a problemi epocali come il riscaldamento del pianeta o la crisi energetica. Poi c'è il problema dell’ambientalismo collocato a sinistra determinato sia dall'errore strategico della destra che ha subordinato le tematiche ambientali agli interessi economici, sia quello dei Verdi che hanno relegato l'ambiente in un angolino della sinistra riducendolo ad una variante della sinistra radicale. In questo modo i Verdi hanno annullato la portata innovativa e rivoluzionaria che invece l’ecologia poteva avere e che secondo me ancora ha.
E’ vero che “tecnologicamente”, pur adottando centrali di terza generazione -cioè le ultime- rischieremmo in ogni caso di essere in ritardo?
La terza generazione è quella che doveva risolvere i problemi dei costi d’investimento, dei tempi di costruzione e della sicurezza. Una centrale di terza generazione ha un sistema di sicurezza quattro volte superiore rispetto ai sistemi di sicurezza presenti nelle centrali precedenti. La quarta generazione dovrebbe inoltre risolvere i problemi di efficienza (più energia con meno combustibile) riducendo anche le scorie da smaltire. Quindi sì, rischieremmo di partire con centrali sorpassate, quando in cantiere c’è un progetto più moderno. Un bell'affare per l'azienda di stato francese EDF, molto meno per noi...
Il problema delle scorie però resterebbe a prescindere dalla generazione della centrale...
Certo, anche le centrali di quarta generazione produrranno scorie anche se l'obiettivo è di ridurle di quantità. Per capire il problema delle scorie, basti pensare che oggi la stessa Francia (che ha 57 reattori in 19 centrali) non ha ancora un deposito definitivo per le scorie ma adotta soltanto depositi temporanei. Stesso problema che riguarda gli USA, che provarono ad avere un unico deposito nazionale definitivo, ma si fermarono alla fase di studio preliminare a causa dei problemi di messa in sicurezza di tipo geologico. Ed il problema, all'estero cone in Italia, non è ancora stato risolto.
Qual è la risposta al nucleare?
E’ innanzitutto l’efficienza energetica. Ossia una riduzione drastica dei nostri consumi, tecnicamente realizzabile da subito, senza aspettare il 2023. Poi viene il cambiamento radicale del sistema di produzione e consumo dell'energia, passando da grosse centrali a piccoli impianti distribuiti sul territorio, fino alla piccolissima scala condominiale, che autoproducono l’energia di cui hanno bisogno e mettono in rete le eccedenze. Si tratta di costruire un mercato energetico veramente libero all'interno del quale chiunque possa produrre e vendere la propria energia. Le norme sul nuovo conto energia vanno in questa direzione: dare il mercato energetico in mano ai cittadini. In questo modo, basterebbero poche e piccole centrali alimentate da fonti rinnovabili ben distribuite sul territorio e per questo molto più efficienti.
Parliamo principalmente di fotovoltaico?
Il mercato mondiale del fotovoltaico è cresciuto del 19% nel 2006 e continua a crescere a ritmi sostenuti, ma non è l'unica alternativa. Per capirci, nel 2007 a livelo globale il nuovo eolico installato ha prodotto quasi 50 volte più elettricità del nuovo nucleare realizzato. E per i prossimi 4 anni ci si aspetta da solare e eolico un contributo alla riduzione dei gas serra 4 volte superiore a quello del nucleare installato nello stesso periodo. Secondo al IEA , International Energy Agency, nel 2030 la quota di energia prodotta dal nucleare si ridurrà dall'attuale 16% al 9-12%, mentre cresceranno a dismisura le fonti rinnovabili. Oltre a solare ed eolico, potremmo utilizzare la micro-cogenerazione alimentandola con il metano ottenuto dal riciclaggio dei rifiuti organici e piccole centrali a biomassa che utilizzano risorse reperite in un raggio di pochi chilometri: si tratta di centrali che utilizzano gli scarti della manutenzione dei boschi e del verde, della lavorazione del legno o dell’industria agroalimentare. Poi ci sono le nuove frontiere, come quella che riguarda il moto ondoso, adottato fortemente dal Portogallo, e in Italia di mare direi che ne abbiamo...
Onestamente: crede che il nucleare si farà oppure no?
Mi verrebbe da dire di no, perché non c’è nessuna convenienza nel farlo. Ma siamo in Italia, dove siamo specializzati in sprechi di denaro pubblico, mentre non facciamo ciò che serve veramente. Se riusciamo a fare discorsi così demagogici sul nucleare, potrebbe anche succedere che queste centrali prima o poi si facciano. Se poi tutti se ne convincono... sarebbe un disastro sotto ogni punto di vista.
Dalla destra cosa si aspetterebbe?
Mi aspetterei una politica simile a quella dei partiti nazionalisti l’Irlanda, della Scozia o del Galles, che hanno vinto le elezioni grazie a programmi ecologisti, dicendo no al nucleare e agli inceneritori, puntando invece sul risparmio energetico, sulla riduzione a monte dei rifiuti, sull’acqua pubblica e la salvaguardia delle economie locali. Dalla destra italiana mi aspetterei una visione più conservatrice del mondo e la sua traduzione in un programma politico capace di conservare, appunto, le risorse e gli equilibri naturali. Perché non si può essere ecologisti senza essere conservatori.

L’INTERVENTO DI DAVIDE MELE (da Controstoria)
Forse esiste un modo per produrre energia pulita in grandi quantità senza ricorrere al nucleare, o più precisamente senza ricorrere alla fusione a caldo, che causa così tanti problemi e interrogativi sulla sicurezza delle centrali e sullo smaltimento delle scorie.Si tratta della fusione a freddo.“Il 25 marzo 1989 due ricercatori dell’Università di Salt Lake City (Utah - USA), Martin Fleischmann e Stanley Pons, annunciarono alla stampa di aver trovato un modo molto semplice e poco costoso per produrre energia pulitissima: l’energia derivata dalla fusione di atomi di deuterio (isotopo dell’idrogeno) a bassa temperatura. In sostanza l’alternativa pulita e sicura al nucleare tradizionale. Nonostante che la scoperta dei due scienziati fosse ben documentata e riprodotta in più di duecento laboratori sparsi per il mondo, si avviò un’assurda serie di polemiche, una campagna di disprezzo organizzata dai loro stessi colleghi, studiosi della fusione calda (così chiamata perché richiede milioni di gradi di temperatura e ingenti risorse economiche) per mettere a tacere la scoperta, ed anche la stampa e le riviste specializzate rivolsero pesanti critiche al loro operato. Tale clima portò ad un certo scetticismo intorno alla scoperta, e presto venne abbandonata da molti ricercatori che si erano avvicinati con entusiasmo. Sebbene la ricerca sulla fusione fredda venne abbandonata per alcuni anni, i due scienziati dopo un breve periodo di assenza, tornarono a studiare la la nuova tecnica nei laboratori privati della IMRA Europe S.A., impresa affiliata alla giapponese Toyota. Nonostante il clima di avversità del mondo scientifico nei confronti della fusione fredda, essa continuò ad essere studiata e sperimentata in molti laboratori sparsi per il mondo, ed ogni anno i ricercatori si incontrano per scambiarsi pareri e risultati.Questa nuova tecnica a differenza di quella portata avanti da circa 40 anni per attuare la fusione calda degli atomi di idrogeno, sfruttando enormi macchine capaci di far arrivare la temperatura interna anche a centinaia di milioni di gradi, sta proprio nella proposta elaborata da Fleischmann e Pons che si basa sul principio dell’elettrolisi e sfrutta un’apparecchiatura semplicissima. Facendo passare elettricità tra due elettrodi, uno di palladio e l’altro di platino, immersi in acqua pesante D2 0 (dove D é il simbolo del Deuterio) si può produrre una quantità di energia molto superiore a quella immessa. Secondo quanto sinora accertato, nel reticolo cristallino del Palladio si crea una forma di fusione, ancora misteriosa, tra i nuclei di deuterio. Ed è proprio questo che stupisce, come può avvenire una fusione tra due nuclei i quali, essendo dotati di stessa carica positiva, in realtà dovrebbero respingersi in maniera molto potente per effetto della forza coulumbiana?Recentemente sono state sviluppate numerose tecniche sulla fusione fredda, molte delle quali diverse tra loro, che in alcuni casi hanno portato a risultati sorprendenti rivelando rendimenti energetici addirittura del 900%.Ovviamente la scoperta di questa nuova tecnica sperimentale ha portato notevoli contrasti nel mondo accademico e non, vi sono in ballo ricchissimi brevetti, il Premio Nobel, oltre al fatto che le attuali centrali nucleari diverrebbero immediatamente obsolete, con gravi danni economici per chi sulle centrali ci guadagna, anche indirettamente.Tra gli studiosi che hanno migliorato questa tecnica, è da ricordare il prof. Giuliano Preparata, recentemente scomparso, e il prof. Emilio Del Giudice docente presso l'Istituto di Fisica Nucleare di Milano, uno dei maggiori esperti italiani del settore.Secondo lo stesso prof. Del Giudice, la parte di scienza pura è abbastanza capita, quello che non è ancora risolto pienamente è il problema dell’assimilazione dell’energia prodotta da utilizzarsi per usi pratici, cioè l’ingegnerizzazione. Tuttavia basterebbe investire una parte dei finanziamenti nell’industrializzazione del prodotto, avviando così nel giro di 5-10 anni, la produzione vera e propria di energia. Dunque basterebbe investire meno della metà dei finanziamenti destinati alla riapertura delle centrali nucleari per ottenere -nello stesso lasso di tempo- energia pulita su vasta scala, evitando rischi per la salute dell’uomo e dell’ambiente”.*Per il mondo la fusione fredda non esiste, la tv non ne parla, i giornali non ne parlano, il muro di silenzio che avvolge questa nuova tecnica è impenetrabile, eppure esiste un mondo silenzioso che tutti i giorni lavora nell’ombra per consegnarci, in un futuro non troppo lontano, un metodo innovativo per produrre energia pulita e sicura. Un’energia che non produce scorie radioattive, un’energia che non comporta rischi né per l’uomo, né per la natura: una sorta di energia bianca, in perfetta armonia con l’anima profonda del nostro pianeta.Un paese come l’Italia, che ha l’ambizione di tornare ad essere una nazione competitiva e autorevole a livello internazionale, non può aggrapparsi al nucleare come la soluzione a tutti i problemi. Una nazione come l’Italia non può costruire il suo futuro su una tecnica obsoleta, un modo di produrre energia che verrà senz’altro superato tra non molti anni.Non possiamo rischiare di restare nuovamente indietro, non possiamo investire risorse finanziarie enormi, e ritrovarci ad essere di nuovo ultimi fra dieci anni.L’Italia ha oggi l’occasione storica di diventare un paese moderno, di riscattare il proprio prestigio e la propria credibilità, ha l’opportunità di diventare il primo paese al mondo a produrre energia con grazie a nuove e rivoluzionarie tecniche.Bisogna correre dei rischi, smettere di essere un paese conformista che tira a non perdere il posto, occorre prendere in mano con coraggio il proprio presente e trasformarlo in un grande futuro. Questo significa essere una grande nazione. Non dobbiamo dimenticare che per secoli siamo stati un faro di luce nell’oscurità della storia. Per dirla alla Dante, noi siamo stati il giardino dell'Impero. (Davide Mele da Controstoria)
E voi cosa ne pensate? Inviatemi un commento, grazie. Aldo Rovito

GOVERNO: CARO SILVIO, COSI’ NON VA: “TROPPE "CASTRONERIE" NELLE PRIME MANOVRE PDL”

Molti la chiamano “luna di miele”, ma le cose non vanno per nulla bene: il Governo sta combinando pasticci in campo economico, in materia di Giustizia e sicurezza imponendo ormai, un dovere di critica a cui sembra difficile sottrarsi.
Tremonti è orgoglioso della Robin Hood tax a favore dei più poveri ma non si cura dei tagli a Comuni e Regioni che produrranno un immediato rincaro di servizi e tariffe per i cittadini, è soddisfatto di aver tolto l’ICI ma sembra non pesargli la sicura reintroduzione dei tiket sanitari (insostenibili per poveri ed anziani) causati dai tagli alla Sanità contenuti nella sua manovra.
Una manovra in cui non c’è traccia di misure di rilancio economico per le imprese (come la legge del 2001 che detassava gli utili d’impresa reinvestiti) e non ci sono misure di sostegno del potere reale dei salari, solo un indecoroso provvedimento da rifiutare anche sul piano culturale : il “patentino” di povero con cui si può “scontare” cibo di prima necessità e bollette (mi hanno confermato che li usa Fidel Castro a Cuba per razionare pane, latte e carne).
Perché non sono state aumentate le detrazioni nei redditi bassi e alzate le pensioni minime invece di introdurre umilianti “tessere” di povertà ?
Sulla sicurezza, inoltre, la detassazione degli straordinari perché ha escluso tra i destinatari proprio coloro che ne hanno veramente bisogno, le Forze dell’Ordine, che, come se non bastasse, sono anche divenute oggetto di attenzione del Ministro della Difesa con umilianti iniziative a danno della loro immagine e credibilità ?
Inviare truppe per risolvere i problemi della sicurezza dopo che da anni Carabinieri e Polizia denunciano la mancanza di risorse, di mezzi e di uomini che impedisce loro di contrastare efficacemente la criminalità, sfiora il ridicolo.
Aggiungiamo pure le castronerie come l’ultima sulla Giustizia: se si uccide un Poliziotto la pena è l’ergastolo. E se si uccide un buon padre di famiglia, no ?
Sarò anche un po’ smemorato ma non ricordo che, in campagna elettorale, Berlusconi avesse indicato tra le urgenze la questione di Rete 4, quella dei processi che vanno congelati e le intercettazioni (su cui non dico che non si dovrebbe discutere ma tutto ha un limite).
Concludo riprendendo lo stracotto Veltroni che annuncia la “piazza” per autunno: facciamolo noi e subito prima che un altro “colpo” di maggioranza alzi lo sbarramento alle Europee violentando ancora una volta la democrazia e impedendo a un Partito Nuovo, il nostro, di rappresentare un blocco sociale che a giudicare da quanto sopra sembra destinato ad ingrandirsi sempre di più.
On Roberto SALERNO

sabato 28 giugno 2008

IMPORTANTI APPUNTAMENTI PER “LA DESTRA” DI ALESSANDRIA

Conferenza Programmatica Nazionale il 19 e 20 Luglio a Orvieto, Congresso Nazionale dal 7 al 9 Novembre, Congressi locali tra Settembre e Ottobre, Conferenza Programmatica del Movimento Giovanile dal 4 al 6 Luglio a L’Aquila, sono questi gli importanti appuntamenti nazionali che La Destra, a meno di un anno dall’Assemblea Costituente del 10 Novembre 2007, si troverà ad affrontare.
Il Direttivo Provinciale di Alessandria, già riunitosi il 26 giugno è stato nuovamente convocato per Giovedì 3 Luglio nella sede di v. dell’Erba, n. 1 dal Portavoce Provinciale, Avv. Aldo Rovito, per la preparazione a queste importanti scadenze. “Ci presenteremo ad Orvieto, dichiara Rovito, con un documento politico, frutto della elaborazione di tutto il direttivo nel corso di numerose riunioni tenutesi dalla fine di Aprile fino a questi giorni, integrato da una serie di schede-proposte in tema di sicurezza, sanità, energia, ambiente, territorio, infrastrutture, giustizia, elaborate dalle nostre commissioni di lavoro. Nel documento politico preciseremo quella che riteniamo dovrà essere la nostra collocazione nel panorama politico italiano: nel centro-destra, ma con la nostra chiara e forte autonomia politica ed organizzativa, per portare più destra in una alleanza, nella quale i valori della destra sociale(legalità, giustizia sociale, autorità dello Stato) sembrano soccombere a vantaggio di un iperliberismo semiveltroniano che non soddisfa le esigenze né dei ceti meno abbienti, né di quel ceto medio che sta impoverendosi sempre di più”.
“Nel breve trascorrere di un anno abbiamo fondato un partito, abbiamo partecipato, in condizioni organizzative difficili, ad una campagna elettorale, “cannibalizzata” dall’appello al ”voto utile”, ci sentiamo l’obbligo di rappresentare non solo quel milione di Italiani che ci ha votato, ma anche le esigenze e le necessità di ordine morale, sociale ed economico di quei milioni di italiani che non hanno partecipato al voto o lo hanno annullato, e che sono privi di rappresentanza parlamentare, ma che sono parte consistente del Paese”.

domenica 22 giugno 2008

Alternativa Futura 1 Assemblea Nazionale di Gioventù Italiana 4-5-6 luglio 2008

L’organizzazione dei giovani de “La Destra” ha lo stesso valore dell’aria che si respira per l’uomo.Come organizzare “Gioventù italiana”; quale statuto, quale livello di autonomie e quale indirizzo per le sue battaglie, devono essere decisi dai giovani insieme alla classe dirigente che ha promosso il Movimento Giovanile.Tutti siamo impegnati per dare il massimo della pubblicità all’iniziativa e nel assicurare una vastissima partecipazione.Le adesioni ed ogni altra proposta politica ed organizzativa devono essere comunicate alla coordinatrice della 1° assemblea nazionale di “Gioventù Italiana” Claudia Pagliariccio ai seguenti recapiti 328-5863354
claudiapagliariccio@yahoo.it
I portavoce regionali e provinciali de “La Destra” si devono ritenere impegnati per assicurare una rappresentanza giovanile della propria struttura territoriale.


Alternativa Futura4-5-6 luglio 2008Alba Sporting Hotel
s.s.5/bis Rocca di mezzo - Rovere (L'Aquila)


Venerdì 04 luglio
Accrediti entro le ore 14:00;
ORE 15:00 Apertura e saluti:
Saluti dei dirigenti nazionali G.I
Ai lavori parteciperanno i vertici nazionali de La Destra

A seguire dibattito aperto I GIOVANI E LA POLITICA NAZIONALE ED INTERNAZIONALE
ORE 20:30 CENA
ORE 22:00 SERATA COMUNITARIA

Sabato 05 luglio
ORE 07:00 Passeggiata nel Bosco “Da Rovere alla Fonte Anatella”
ORE 08:30 Alzabandiera
ORE 09:00 Colazione
ORE 10:00 Riapertura Lavori (Si riuniscono le commissioni)
ORE 13:30 Pranzo
ORE 15:00 Ripresa Lavori delle commissioni
ORE 18:00 dibattito aperto
I GIOVANI E LA POLITICA AMBIENTALE ED ENERGETICA
ORE 20:30 CENA
ORE 22:00 CONCERTO di Musica Alternativa

Domenica 06 luglio
ORE 07:00 Passeggiata nel Bosco “Da Rovere alla Fonte Anatella”
ORE 08:30 Alzabandiera
ORE 09:00 Colazione
ORE 10:00 Chiusura Lavori G.I.
ORE 11:30 Chiusura e saluti


LISTINO PREZZI ALBERGO:
Per i dirigenti di partito ed i ragazzi di età superiore ai 30 anni in camera doppia:
Prezzo dell’intero soggiorno a pensione completa e bevande incluse (1/2 acqua e ¼ vino) 130,00 €
Per i ragazzi di età inferiore ai 30 anni in camera doppia:
Prezzo dell’intero soggiorno a pensione completa e bevande incluse (1/2 acqua e ¼ vino) 80,00 €
Per i ragazzi di età inferiore ai 30 anni in camera tripla, quadrupla,quintupla:
Prezzo dell’intero soggiorno a pensione completa e bevande incluse (1/2 acqua e ¼ vino) 70,00 €

COME RAGGIUNGERCI CON I MEZZI:
Da Roma:
Treni Roma Tiburtina - Celano orari:
ROMA TIBURTINA - CELANO
Orari di partenza Orario di arrivo
10:42 16:0212:56 14:4014:24 16:2216:42 19:49
Da Pescara:
PESCARA CENTRALE - CELANO
Orari di partenza Orario di arrivo
9:17 11:11
(*) 11:40 14:17
14:10 16:05
(**) 15:58 18:42
19:04 20:59
(*) Treno con cambio a Sulmona:
Pescara - Centrale 11:40 Sulmona 12:50
Sulmona 13:09 Celano 14:17
(**)Treno con cambio a Sulmona:
Pescara - Centrale 15:58 Sulmona 17:14 Sulmona 17:33 Celano 18:42
Chi viene con i mezzi è pregato di farcelo sapere in anticipo in modo da provvedere ad un servizio navetta che da Celano porti i ragazzi direttamente in Albergo.


Come arrivare in automobile
Per raggiungere l'Altopiano delle Rocche, Ovindoli, Rocca di Mezzo, Rovere, Rocca di Cambio, seguite le indicazioni qui riportate:
Da Roma : A 25 ROMA - PESCARA Uscita : AIELLI - CELANO direzione Celano
Da Pescara : A 25 PESCARA - ROMA Uscita : AIELLI - CELANO direzione Celano
Da Teramo : Traforo del GRAN SASSO Uscita : L'Aquila, SS 5 bis direzione Rocca di Mezzo
Da Rieti : SS 4 fino Antrodoco, SS 17 direzione L'Aquila, SS 5 bis direzione Rocca di Mezzo
Da Sora : Strada a scorrimento veloce n. 82 direzione Avezzano, SS 5 dir. direzione Celano
Da Napoli : A 1 direzione ROMA uscita CEPRANO o CASSINO, direzione Sora

sabato 21 giugno 2008

IMMIGRAZIONE, CLANDESTINI, “FACCIA FEROCE” E GRIDA MANZONIANE

Sabato 21 giugno 2008 dalla Stampa di Torino: “…Vlado Ristic, 37 anni, con un curriculum criminale di tutto rispetto per i reati più svariati, con sul groppone, ovviamente, mai ottemperati 15 provvedimenti di espulsione … fotosegnalato per la prima volta nel 1981…. 27 anni sono passati dalla prima segnalazione…. Il croato aveva 10 anni…”.

Non è la prima volta ( e non sarà ahimè neanche l’ultima!) che cittadini stranieri extracomunitari, espulsi con il semplice invito ad allontanarsi dal territorio dello Stato entro 15 giorni, non ottemperino all’invito di allontanamento e, rimasti clandestini sul territorio italiano, continuino a commettere reati.
In campagna elettorale LA DESTRA aveva proposto che i cittadini stranieri extra o neo comunitari che fossero, una volta condannati con sentenza passata in giudicato, scontassero la pena nel loro paese d’origine (previi opportuni necessari accordi con i paesi di origine).
Il Governo attuale, con il pacchetto sicurezza, sembra nella specifica materia, procedere con la faccia feroce, ma se andiamo a vedere con attenzione i provvedimenti già attuati (norme già in vigore perché proposte con decreto legge o quelle ancora in via di approvazione da parte delle camere perché proposte con disegno di legge ordinario) ci accorgeremo che così non è: in tema di immigrati clandestini, soprattutto. Infatti, accantonata la proposta della Destra, con il Decreto legge ci si è limitati a prevedere la clandestinità come aggravante comune (in pratica, se chi commette un reato è clandestino, viene punito con una pena più alta rispetto a quella che sarebbe comminata a un non clandestino per lo stesso reato) e a introdurre l’espulsione per ordine del giudice per gli stranieri (comunitari o extracomunitari, indifferentemente) se condannati alla pena della reclusione per un periodo superiore a due anni.
Sono due misure che, nella loro inflessibilità, non possono che essere condivisibili, salvo la loro pratica inutilità al momento in cui dovranno essere attuate.
Esiste infatti già la norma che impone al questore di espellere coattivamente dal territorio dello Stato il cittadino extracomunitario, privo di permesso di soggiorno e destinatario di un decreto prefettizio di espulsione (e quindi clandestino), ma tale norme è stata sempre meno attuata, a cominciare dagli ultimi due anni del precedente Governo Berlusconi, allorché si è ridotta, anno dopo anno la percentuale delle espulsioni eseguite rispetto a quelle intimate (vedasi l’ultimo Dossier della Charitas sull’immigrazione). Il caso di cronaca, citato all’inizio, è emblematico: 15 decreti di espulsione, dice la Stampa, cui mai il croato ha ottemperato: in realtà avrebbe dovuto dire: 15 decreti di espulsione, di cui il Questore (o i vari questori interessati) ha omesso di provvedere all’espulsione coattiva.
Mentre sul piano pratico cosa succederà? l’espulsione per ordine del giudice, a seguito di sentenza di condanna definitiva a pena detentiva superiore a due anni, è prevista come “misura di sicurezza”. Pertanto trattasi di provvedimento che potrà essere applicato solo a persone ritenute “socialmente pericolose” (pericolosità sociale che dovrà essere accertata al momento dell’applicazione della misura). E poiché l’esecuzione della misura non potrà che avvenire a distanza di tempo dalla sentenza di condanna, il magistrato di sorveglianza, chiamato a dare esecuzione, su impulso del pubblico ministero, all’applicazione della misura di sicurezza dell’espulsione, dovrà, preventivamente, valutare l’attualità della pericolosità sociale. Solo dopo tale valutazione, si potrà procedere all’espulsione. Con quali modalità? Il decreto legge non lo dice. Pertanto si devono ritenere applicabili le norme del Testo Unico sull’Immigrazione, quelle che, come abbiamo visto, sono da diversi anni praticamente disapplicate. Siamo punto a capo. “Faccia feroce” all’apparenza, incapacità operativa nella sostanza, in continuità con il “buonismo” inoperoso del centrosinistra. In più: maggior affollamento delle carceri a causa dell’aggravamento delle pene (mentre la proposta della destra avrebbe comportato uno sfoltimento della presenza di detenuti extracomunitari negli Istituti Penitenziari) e maggior intasamento degli Uffici dei Magistrati di sorveglianza, già oggi in gravi difficoltà.
Aldo Rovito, Avvocato - Portavoce Provinciale La Destra Alessandria

P.S. Nel marzo di quest’anno avevo inviato un esposto denuncia alle Procure della Repubblica del Piemonte e alla Procura Generale di Torino per denunciare la disapplicazione della norma che impone ai Questori di dare esecuzione coattiva ai provvedimenti prefettizi di espulsione. Invierò un nuovo esposto alla procura di Torino, per il caso del croato Vlado Ristic.

martedì 17 giugno 2008

Chiesta indagine epidemiologica sulla popolazione di Spinetta

MOZIONE

Il Consiglio Comunale di Alessandria,
preso atto dello stato di grave inquinamento del territorio insistente nell’area dello stabilimento ex-Montedison in Spinetta Marengo, come evidenziato dai recenti avvenimenti relativi alla presenza di cromo in alcuni pozzi interni ed esterni allo stabilimento;
ritenuto che, anche per la presenza di altri fattori inquinanti e potenzialmente pericolosi per la salute (quali, ad esempio il Rio Lovassina e la discarica di Castelceriolo), è presente nella popolazione di Spinetta un diffuso senso di preoccupazione per la possibilità dell’insorgenza di patologie cancerogene;
dà mandato
al Sindaco e alla Giunta di predisporre, in accordo con i competenti servizi dell’ASL, una seria ed accurata indagine epidemiologica retrospettiva sulla popolazione di Spinetta e sui dipendenti ed ex-dipendenti della Montedison e delle altre società che ad essa si sono succedute nello stabilimento, tesa ad accertare l’incidenza di particolari patologie tumorali, la conoscenza delle quali permetterà il futuro monitoraggio della popolazione.

Alessandria 19 Giugno 2008
(Lega Nord) U.D.C. La Destra
Cuttica di Revigliasco Gian Franco Gianni Barosini Aldo Rovito
Roberto Sarti

Bce, più ombre che luci.... e BankItalia.....

La storia della BCE (Banca centrale europea), dal Trattato di Maastricht ai giorni nostri. Tutti i retroscena di una vicenda che riguarda tutti, ma di cui ben pochi sono a conoscenza. Ce li racconta Fabrizio Zampieri, economista padovano, consulente finanziario e docente presso numerose imprese e associazioni di categoria.
Con l’Atto Unico del 1986, i Paesi dell’Europa Comunitaria decisero di realizzare la libera circolazione delle persone, delle merci, dei servizi e dei capitali; ciò era però ostacolato dall’instabilità finanziaria causata, secondo i governanti dell’epoca, dalla mancanza di una politica monetaria uniforme. Per questa ragione, con il Trattato di Maastricht, nel febbraio del 1992, si decise di portare a termine l’unione economica con l’introduzione di una moneta europea: l’Euro.
L’Euro giunse “fisicamente” nei nostri Paesi il 1° gennaio 2002 anche se era utilizzato, a livello interbancario, già dal 1° gennaio 1999.
A seguito di questa importante decisione venne creata la Banca Centrale Europea (BCE), con sede a Francoforte, quale responsabile della politica monetaria nell’Unione Europea e con obiettivo principale il mantenimento della stabilità dei prezzi.
Le Banche Centrali dei Paesi aderenti all’Unione Monetaria non sono sparite ma continuano ad esistere pur rispettando le direttive impartite dalla BCE. Inoltre, la BCE, insieme alle altre Banche Centrali, forma il cosiddetto “Sistema Europeo delle Banche Centrali” (SEBC).
E qui possiamo rilevare un primo fatto piuttosto preoccupante: le Banche Centrali delle singole nazioni europee, prima del Trattato di Maastricht, avevano un’indipendenza dal potere politico variabile tra il 40 e il 65%; attualmente, dopo l’introduzione dell’Euro, l’indipendenza si aggira intorno al 90%!. Dunque, mentre nessuna influenza può giungere dal potere politico alla BCE, dai vertici monetari giungono invece ai nostri governanti continue indicazioni, parametri cui attenersi, rigidi vincoli che coinvolgono l’intera vita e l’economia delle nazioni.
Inoltre, l’art. 4 del Trattato non menziona la BCE tra le Istituzioni della Comunità (Parlamento Europeo, Consiglio, Corte di Giustizia, Corte dei Conti e Commissione); alla BCE però il Trattato conferisce personalità giuridica e lo Statuto ne riconosce la più ampia capacità di agire all’interno di ciascuno degli Stati membri.
Sotto il profilo giuridico-formale, la BCE non è dunque un’Istituzione Comunitaria, ed i singoli Paesi aderenti all’Unione Monetaria non possono interferire in alcun modo con la sua politica economica; essa può quindi fissare a suo arbitrio il livello del tasso ufficiale di sconto (TUS), la quantità di denaro da immettere sul mercato, decidere la disponibilità ed il costo del finanziamento del sistema bancario e qualsiasi altra azione di sua competenza, in modo indipendente (art. 7 del Protocollo SEBC: “Indipendenza”).
Ed in aggiunta, mentre i dibattiti e le sedute della Camera dei Deputati e del Senato sono aperti al pubblico e le sentenze delle Corti di Giustizia devono essere dettagliatamente motivate e pubblicizzate, dall’altra parte, le riunioni del Consiglio Direttivo della BCE sono assolutamente secretate, ed è lo stesso Consiglio che, di volta in volta, decide se pubblicare le proprie delibere, se pubblicarne solo alcune parti, o se non pubblicarle affatto. Oltre tutto questo, i dirigenti della BCE godono di una sostanziale immunità: non sono infatti previste, all’interno della BCE, sanzioni per comportamenti impropri degli stessi dirigenti (art. 12 del Protocollo: “Responsabilità degli organi decisionali”).
Senza esagerazioni, il Trattato di Maastricht ha fatto di loro membri intoccabili di una Società privata ed autonoma, in parte segreta, che condiziona Stati e popoli.
Ne deriva perciò che i singoli Stati dell’Unione Monetaria hanno perso la sovranità monetaria e legislativa in campo monetario, sovranità che sono parti essenziali della sovranità nazionale.
Appurato che la BCE è un “Ente” privato ed autonomo, è ora interessante conoscere chi sono i proprietari e beneficiari di questo sistema di cose:
BANCA CENTRALE EUROPEA -COMPOSIZIONE AZIONARIA-
Banca Nazionale della Germania D 23,40%
Banca di Francia F 16,52%
Banca d’Inghilterra GB 15,98% Paese fuori dall’Euro
Banca d’Italia I 14,57%
Banco de Espana E 8,78%
Banca d’Olanda NL 4,43%
Banca Nazionale del Belgio B 2,83%
Banca Centrale di Svezia S 2,66% Paese fuori dall’Euro
Banca Nazionale d’Austria A 2,30%
Banca della Grecia GR 2,16%
Banca Centrale del Portogallo P 2,01%
Banca Nazionale di Danimarca DK 1,72% Paese fuori dall’Euro
Banca Nazionale di Finlandia FL 1,43%
Banca Centrale d’Irlanda EIR 1,03%
Banca Centrale Lussemburgo LUX 0,17%
Osservazioni:
- Possiamo notare che il 20,36% (oltre un quinto) della BCE è di proprietà di Banche Centrali di Paesi della Comunità Europea che però sono al di fuori dell’Euro. In pratica, queste Banche, oltre ad interferire nelle politiche monetarie della BCE, emettono e gestiscono anche le proprie monete nazionali. Ciò, secondo il mio parere, è palesemente ingiusto e incostituzionale.
BANCA D’ITALIA -COMPOSIZIONE AZIONARIA-
Gruppo Intesa-S. Paolo 44,25%
Gruppo Capitalia-Unicredito 22,12%
Banca Carige 3,96%
BNL 2,83%
Monte Paschi di Siena 2,50%
Cassa di Risparmio di Firenze 1,85%
Gruppo Banca Popolare Italiana* 1,23%
Assicurazioni Generali 6,33%
RAS Assicurazioni 1,33%
Altri Soci 7,93%
Inps 5,00%
Inail 0,67%


- Tra i soci proprietari di Banca d’Italia è presente anche Gruppo Banca Popolare Italiana, ex Banca Popolare di Lodi, legata alle famose e drammatiche vicende finanziarie di Fiorani & C.
- L’art. 3, ultimo comma, dello Statuto di Banca d’Italia, stabilisce che la maggioranza delle quote del capitale sociale deve essere posseduta da Enti Pubblici.
Attualmente, circa il 93% del pacchetto azionario di B.I. è detenuto da Banche private, in palese violazione dell’art.3, di cui sopra.
- Gli stipendi del personale Bankitalia (Banca privata –vedi sopra) sono però a carico dei contribuenti italiani, e sono stipendi enormi: un dipendente della nostra Banca Centrale prende in media 110.000 eur l’anno, contro i circa 66.000 eur di un dipendente della Banca Centrale Americana (FED). C’è quindi da chiedersi perché i cittadini italiani devono pagare in modo così esagerato un servizio che, in definitiva, non viene reso alla Comunità bensì ai veri proprietari (Banche private).
Quindi Banca d’Italia (Banca posseduta al 95% da Banche private) è proprietaria del 14,57% della Banca Centrale Europea, e questo ci fa chiaramente capire che, anche da un punto di vistasocietario, BCE è una Banca praticamente privata, la quale ovviamente persegue in primis obiettivi e scopi privatistici.Non bisogna tralasciare un altro importantissimo aspetto della politica monetaria di BCE; infatti un’altra delle sue funzioni è quella di mantenere stabile il tasso di cambio dell’euro rispetto allealtre valute nel medio periodo; ebbene l’euro è tutt’altro che stabile, anzi è una valuta forte (attualmente il cambio dell’euro rispetto al dollaro è di circa 1,38 –massimo storicodall’introduzione dell’euro-; rispetto allo yen giapponese è di circa 168,70 –altro record storico da 15 anni-; e così via rispetto anche alle altri principali valute internazionali). E non è necessarioessere un economista per comprendere che un euro forte penalizza fortemente le esportazioni (vendite) delle aziende europee. Sono molte le aziende italiane in difficoltà a seguito di questo fenomeno, che hanno registrato ingenti cali di vendite e riduzioni di fatturato, il tutto con graviripercussioni sulla produzione e sull’occupazione.Non sembra quindi BCE stia facendo molto sotto questo aspetto, pur avendone le possibilità, occupandosi prevalentemente di tenere sotto controllo il livello d’inflazione manovrando il tasso ufficiale di sconto. Non dimentichiamo che l’attuale TUS è al 4%, dall’originario 2% al momento dell’introduzione dell’Euro, con un aumento del 100% in pochi anni; ed anche in questo caso non ènecessario essere degli economisti per capire che ad ogni aumento del Tasso Ufficiale di Sconto corrisponde un aumento dell’importo della rata del mutuo o del prestito di un normale cittadino.
Dr. Fabrizio Zampieri economista
Fonte, www.criticamente.it

sabato 14 giugno 2008

Un commento al DDL sulle intercettazioni

A proposito del DDL sulle intercettazioni: può andar bene limitare a tre mesi la durata delle intercettazioni, ma non ha senso limitarla solo a un certo tipo di reati, sia pure a quelli più gravi (e meno male che non sono stati esclusi i reati contro la pubblica amministrazione). L'altro guaio è costituito dall'aver affidato a un Collegio (di tre Giudici) il compito di concedere o meno l'autorizzazione alle intercettazioni: da un lato aumenterà il lavoro per i Giudici e quindi i ritardi….., dall'altro, sopratutto nei piccoli e medi Tribunali, si moltiplicheranno le situazioni di incompatibilità e via... altri ritardi! Ma il Ministro della Giustizia,l'On. Alfano, che faceva l’Avvocato, queste cose non le sa?
O, forse, proprio per questo……
Da questa legge, se verrà approvata così com’è, verrà peggiorato il Sistema Giustizia: Processi più lenti, maggiori difficoltà nelle indagini… ecc. Nessuno lo ha detto ai ministri che nelle indagini, ormai le Forze dell’Ordine sono costrette ad usare le intercettazioni, perché per la cronica carenza di uomini e mezzi, non possono usare mezzi più tradizionali di indagine, come i pedinamenti ?
O, forse, proprio per questo…
Se si voleva (GIUSTAMENTE) tutelare la “privacy”, ma preferisco dire la riservatezza, sarebbe stato sufficiente imporre ai Magistrati di distruggere immediatamente le intercettazioni in cui si parlava di argomenti non attinenti ai fatti di indagine, e punire severamente quanti (magistrati, polizia giudiziaria, avvocati e giornalisti) avessero comunque reso pubbliche intercettazioni di questo tipo: non era necessario ridurre la possibilità di usare questo metodo di indagine.
Aldo Rovito

venerdì 13 giugno 2008

Rapporto Istat, una famiglia su 3 è alla canna del gas. Anzi no, costa troppo

Una famiglia italiana su tre fa fatica ad arrivare alla fine del mese, il 28% ha serie difficoltà ad affrontare una spesa imprevista anche di 600 euro e oltre il 66% non riesce più a mettere un euro da parte. Non solo, il calo della produttività dell'Italia ha fatto crollare stipendi e redditi, ora più bassi del 13% rispetto alla media Ue. Segnali preoccupanti che emergono dal Rapporto annuale dell'Istat, in base ai dati del 2006. "No vi è dubbio che siamo in un momento di difficoltà economica con investimenti e consumi delle famiglie che sono fermi o in regresso. Affinchè tornino a crescere e aumenti il reddito disponibile delle famiglie, occorrono interventi energici''. Lo ha sottolineato il presidente dell'Istituto di Statistica Luigi Biggeri, aggiungendo: "Pur essendo una delle economie più avanzate del mondo, l'Italia è frenata nel suo sviluppo da vincoli strutturali che richiedono interventi di ampio respiro, anche perché gli aumenti di petrolio e cereali "hanno un impatto forte sui margini delle imprese e sul potere di acquisto delle famiglie".Secondo Biggeri "è importante riuscire a migliorare i conti della pubblica amministrazione, riducendo come è necessario la pressione fiscale". Bisogna "spezzare le spirali del ritardo di sviluppo, favorire la diffusione dei comportamenti virtuosi soprattutto a livello di sistema locale del lavoro e accelerare i processi che stanno ridisegnando la geografia economica e sociale del Paese". Il rapporto dell'Istat sottolinea infatti non solo il dualismo nord-sud, ma anche quello tra le imprese che hanno saputo reagire al declino e che consentono di essere "prudentemente ottimisti" dal punto di vista economico, e le aziende che ancora non investono su prospettive di crescita e che non colgono gli stimoli della modernizzazione.
UNA FAMIGLIA SU TRE ARRIVA CON DIFFICOLTA' A FINE MESE Una famiglia su tre in Italia, e addirittura quasi una su due al Sud, arriva con difficoltà alla fine del mese. Per il 14,6% delle famiglie, la famosa "quarta settimana" è davvero un incubo e la supera con "molta difficoltà" ma la quota sale al 21,1% nel Meridione e al 22,6% nelle isole, mentre si ferma all'10,3% al Nord Est. Se si aggiungono quelle che dichiarano di avere "difficoltà" si arriva al 34,7% della media nazionale e al 45,9% nelle Regioni meridionali. E quasi una famiglia su tre, e cioè il 28,4%, non riesce a far fronte a una spesa imprevista di circa 600 euro con risorse proprie o della rete familiare e il 66,1% delle famiglie (oltre la metà) dichiara di non essere riuscita a mettere da parte risparmi nell'ultimo anno. Alla fine del 2006, inoltre, il 4,2% delle famiglie racconta di non aver avuto denaro per comprare il cibo, il 10,4% per le spese mediche, il 7% per il trasporto, l'11,7% per le tasse e il 16,8% per l'acquisto di vestiti. Giudicano pesanti le spese per la casa ben il 61,1% delle famiglie che hanno acceso un mutuo e il 50% di quelle che pagano l'affitto. A confermare il trend negativo il fatto che, se si prende in considerazione il "benessere percepito", si registra un calo sostenuto della quota di persone soddisfatte della propria situazione economica: dal 64% del 2001 si passa al 50,2% del 2006.
A livello territoriale le difficoltà sono particolarmente rilevanti per i nuclei che abitano al Sud e per quelli che risiedono nelle aree metropolitane. Particolarmente esposte a situazioni di disagio economico e più spesso in ritardo nei pagamenti, inoltre, le famiglie in cui sono presenti figli minori e quelle composte da persone sole.
La mappa del disagio riflette, naturalmente, quella della distribuzione dei redditi. Se nel 2005, infatti, il reddito netto delle famiglie residenti in Italia (escludendo i fitti imputati) è pari in media a 27.736 euro, circa 2.300 al mese, quelle con un solo percettore di reddito hanno guadagnato in media poco più di 16.600 euro. A livello regionale, l'Istat rileva, inoltre, che il 38,1% delle famiglie residenti al Sud appartiene alla fascia di reddito più bassa. Considerando le tipologie familiari, infine, si scopre che per i nuclei con figli minori è più frequente la collocazione nella parte meno ricca della distribuzione dei redditi, in particolare per quelli con un solo genitore. La probabilità di trovarsi nella fascia più povera aumenta all'aumentare del numero dei figli: quasi la metà delle famiglie con tre o più minori appartiene al quinto più povero della popolazione, contro il 22,4 e il 29,2% delle famiglie con uno o due minori.
IN 6 ANNI REDDITI CROLLATI DEL 13% RISPETTO A MEDIA UE. In sei anni il reddito per abitante degli italiani è crollato del 13% rispetto alla media europea. Un crollo pazzesco se si considera che solo nel 2000 era del 4% più alto della media dell'Unione, nel 2006 è sceso a oltre 8 punti sotto la media. Tra il 1995 e il 2006 le retribuzioni orarie reali sono aumentate solo del 4,7%, un incremento decisamente inferiore a quello registrato in altri paesi europei. Se infatti per un ristretto numero di paesi (oltre all'Italia anche Spagna, Paesi Bassi e Germania) le retribuzioni aumentano in misura molto contenuta, in altri, in particolar modo in Francia e Svezia, la crescita è di cinque o sei volte più consistente.
LA CASA PESA SUL BILANCIO DELLE FAMIGLIE. La casa pesa sul bilancio delle famiglie povere per il 31,1%, e appena per l'8,5% per quelle ricche. Non solo, ma chi ha meno reddito è "costretto" quasi sempre ad andare in affitto: in generale, il 14% del reddito familiare viene destinato alle spese per l'abitazione. Ma la quota sale al 27% per chi ha acceso un mutuo: vale a dire 800 euro mensili. L'incidenza della voce "casa" (condominio, riscaldamento, gas, acqua, manutenzione ordinaria, elettricità, telefono, affitto e interessi passivi sul mutuo) sul bilancio delle famiglie più povere arriva a toccare il 31,1%, mentre per le più ricche rappresenta appena l'8,5% del reddito. Tradotto in moneta sonante tutto ciò significa che mediamente, a fronte di un reddito netto di 2.311 euro mensili, una famiglia investe per la casa 315 euro al mese, la spesa scende a 273 euro per le famiglie proprietarie di un'abitazione, mentre sale a 503 euro per quelle in affitto. Particolarmente elevati i livelli di spesa delle famiglie gravate da un mutuo (il 13%): circa 470 euro mensili se non si considerano le uscite per il rimborso del capitale, in caso contrario la spesa raddoppia fino a circa 800 euro mensili. Le spese per l'abitazione sono più onerose nei comuni di maggiori dimensioni e al Nord. Sono più di otto su dieci le persone che vivono in case di proprietà, in usufrutto o in uso gratuito. Quelle in affitto sono invece il 18,2% su scala nazionale e il 27% nelle aree metropolitane. A "sceglierlo" le famiglie con i redditi più bassi.
CALA LA DISOCCUPAZIONE MA AUMENTANO GLI "INATTIVI". Prosegue il calo della disoccupazione iniziato nel 1999. Ma sono sempre di più gli "inattivi", ossia coloro che non cercano più un lavoro perchè sono scoraggiati, sanno di non trovarlo: nel 2007, sono arrivati a quota 3 milioni. Nel 2007, in Italia, i disoccupati sono poco più di un milione e mezzo, vale a dire circa un milione in meno rispetto a dieci anni prima. Ma c'è da dire che dal 2003 la diminuzione della disoccupazione non si accompagna ad un aumento significativo del tasso di occupazione, bensì ad un allargamento dell'inattività dovuto soprattutto alla rinuncia a cercare attivamente un lavoro.Nel 2007 la "zona grigia" delle persone interessate a lavorare, ma scoraggiate circa le proprie possibilità d'impiego conta quasi tre milioni di persone (+318.000 rispetto al 2004). L'incidenza degli inattivi aumenta con il crescere dell'età e nelle regioni meridionali (48%) dove ci sono minori opportunità d'impiego e maggiore sfiducia.
fonte www.tgcom.it

Rovito:"sosteniamo i lavoratori dello scalo merci di Alessandria"


Alessandria - Importante riunione della Commissione Politiche Sociali del Comune di Alessandria, presieduta da Aldo Rovito (La Destra) , che ha discusso il problema relativo alla riduzione dell’orario di lavoro allo scalo merci di Alessandria, con la soppressione del turno di notte. La posizione dei sindacati è stata illustrata dai rappresentanti di CGIL Trasporti, UIL Trasporti e UGL Ferrovieri, presenti alla riunione, che hanno ribadito la preoccupazione per il declassamento dello scalo di Alessandria, oltre che per le ricadute occupazionali che il provvedimento potrebbe avere. L’assessore allo Sviluppo Industriale, Antonello Paolo Zaccone, ha spiegato che l’Amministrazione Comunale, nonostante non sia stata interpellata direttamente, ritiene comunque doveroso intervenire approfittando anche del tavolo tecnico costituito a seguito del protocollo d’intesa con RFI per la creazione dell’ hub nazionale in Alessandria.
Il presidente Rovito e tutta la commissione si sono impegnati a seguire da vicino l’evolversi della situazione a sostegno dei lavoratori interessati dai provvedimenti.

domenica 8 giugno 2008

Interessante serata culturale ad ARQUATA SCRIVIA

Architettura sacra e devozione nella provincia di Alessandria - Cento chiese disegnate da Enrico De Benedetti.


Giovedì 12 giugno alle ore 21.15, presso il Salone Polifunzionale dell’ex Iutificio di Arquata Via B. Buozzi, si svolgerà la presentazione del volume

Architettura sacra e devozione nella provincia di Alessandria
Cento chiese disegnate da Enrico De Benedetti

Nello spazio espositivo attiguo si svolgerà, soltanto per la serata di giovedì, una mostra di disegni di Enrico Debenedetti della serie delle chiese di Arquata e della Provincia di Alessandria.


Le offerte devolute al Rotary Club Gavi Libarna in occasione della distribuzione del volume saranno destinate all’acquisto di un automezzo per il trasporto dei diversamente abili che servirà la zona di Arquata e delle Valli Borbera e Spinti.


Seguirà rinfresco.

sabato 7 giugno 2008

Contro il Caro-Benzina!

L’Italia è in ginocchio, il popolo all’affanno economico, spinto sull’oblio dei continui rincari dei beni di consumo e di prima necessità, dal continuo aumento dei prezzi dei servizi essenziali una volta pubblici , dall’impossibilità di accedere ad un mutuo per l’ acquisto della prima casa ed infine dal caro benzina .La situazione geopolitica internazionale impone un rialzo del prezzo del greggio venduto al barile, dovuto alla continua richiesta della materia prima da parte delle nuove potenze economiche orientali e dal potere di contrattazione di paesi membri dell’OPEC (Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio ) che ad oggi impongono il prezzo della benzina sui mercati internazionali. Oltre a questa assurda situazione che vede il nostro paese come vittima del ricatto energetico internazionale, assistiamo al ricatto dei nostri governanti nazionali che in questi ultimi 50 anni non hanno saputo altro che aumentare le accise sui carburanti .Ad oggi infatti il 60 % del costo del carburante viene intascato dallo Stato per tasse assurde .Le accise infatti sono state utilizzate per reperire fondi o entrate pubbliche straordinarie .Purtroppo, una volta decise non sono mai state rimosse dopo aver raggiunto lo scopo.
1,90 lire per la guerra di Abissinia del 1935;14 lire per la crisi di Suez del 1956;10 lire per il disastro del Vajont del 1963;10 lire per l' alluvione di Firenze del 1966;10 lire per il terremoto del Belice del 1968;99 lire per il terremoto del Friuli del 1976;75 lire per il terremoto dell' Irpinia del 1980; (anche se dopo tutti questi anni sono ancora molte le famiglie dell’ Irpinia senza una casa)205 lire per la missione in Libano del 1983;22 lire per la missione in Bosnia del 1996;39 lire (0,020 euro) per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004.Totale 485,9 lire/l (0,25 €/l)
Al termine dei conti possiamo contare una tassazione che costituisce più del 60% del prezzo finale di un litro di benzina , infatti abbiamo :
1. accisa (sopra indicate)2. Iva sul prezzo3. Iva sull’accisa (una tassa sulla tassa!)Nota: in Italia non è possibile tassare una tassa perché le tasse per essere ritenute valide devono produrre benefici diretti al consumatore che paga quel tributo4. tassazione dei profitti delle compagnie
Se andiamo a confrontare i dati Italiani con quelli europei comprendiamo quanto i consumatori nel nostro paese siano svantaggiati , infatti le accise italiane sono del 57,1% superiori al minimo UE.Le imposte sui carburanti costano agli italiani, in proporzione al reddito, più che agli altri cittadini europei: Le imposte su un pieno di benzina al mese su un'auto di media cilindrata equivalgono al 2,65% del nostro Pil pro capite, contro il 2,25% dei francesi, 2,33% dei tedeschi, 1,79% degli svedesi.Per dare un idea più concreta di quello che accade alle tasche degli italiani ogni volta che fanno benzina consideriamo i costi per un’automobile di piccola cilindrata a benzina : Pieno medio 44€ di cui 27€ sono imposte .Considerando invece gli introiti globali della vendita dei carburanti si arriva a cifre da capogiro : 56,2 miliardi di euro nel 2007, di cui 43,6 sulla rete distributiva stradale e autostradale. Sono suddivisi in 21,2 miliardi di euro per la benzina (pari al 37,8% del totale) e 34,9 miliardi di euro per il gasolio (pari al 62,2%).Di quei 56,2 miliardi di euro, solo 19,3 miliardi sono il vero carburante che finisce nei motori, cioè il 34,3% della spesa.Invece, circa 5,2 miliardi di euro costituiscono il costo del servizio di logistica e capillare distribuzione all'utente finale o la remunerazione della fase di commercializzazione: una componente che vale il 9,3% della spesa.
Però la batosta vera sono i circa 31,7 miliardi di euro di imposte pagate all'erario (accise e imposta sul valore aggiunto) Insomma, su 100 euro di pieno 56,4 euro vanno allo Stato.
Questa situazione è ormai diventata insostenibile , visto anche il continuo rincaro della materia prima , per cui il nostro paese dovrà decidere a cambiare rotta . Di fatto una tassazione così estrema dei carburanti non fa altro che rallentare lo sviluppo economico del nostro paese facendo aumentare vertiginosamente l’inflazione e il costo della vita delle famiglie italiane i cui redditi sono congelati ormai dal tempo dell’entrata in vigore dell’Euro .Lanciamo dunque la nostra proposta che diventerà una battaglia nazionale operata per il bene del popolo italiano, scenderemo nelle piazze e raccoglieremo le firme famiglia per famiglia per sottoscrivere una proposta di legge per il taglio delle tasse sui carburanti .La nostra proposta è chiara quanto attuabile: Eliminazione immediata delle accise ormai decadute e della tassazione ad esse associate , facendo così si diminuirebbe drasticamente il prezzo dei carburanti di circa 40 centesimi al litro . Questo non significa eliminare le tasse sulla benzina che in ogni caso rimarrebbero (Iva sul prezzo e tassazione profitti compagnie) ma eliminare una speculazione in atto da parte dello Stato nei confronti delle tasche dei cittadini. (Gioventù Italiana)

9 Giugno ore 21 a Spinetta parliamo di CROMO!



ASSEMBLEA PUBBLICA
PER INFORMARE
I CITTADINI DELLLA FRASCHETTA

LUNEDI’ 9 Giugno, ore 21,00
nella Sala della Circoscrizione “FRASCHETTA”
Via P. Gozzo, n. 3 Spinetta Marengo

Introduce: Paolo GRECO, Consigliere Circoscrizione Fraschetta

Relazione: Aldo ROVITO, Consigliere Comunale, Presidente della
Commissione Politiche Sociali

Intervento: un ex-sindacalista della Solvay Solexis.


Si parlerà di: CROMO, chi sapeva e chi ha taciuto?
è tutelata la salute dei cittadini?
chi tutela la salute dei lavoratori?
e c’è solo il pericolo cromo?


Sono invitati e potranno parlare i cittadini della Fraschetta e i lavoratori della Solvay Solexis

A proposito della sede legale dell'ASL

Il Consiglio Comunale ha approvato all’unanimità nella seduta del giorno 3 Giugno l’o.d.g. proposto dal Presidente della Commissione Politiche Sociali, avv. Aldo Rovito (con le modifiche apportate alla luce delle riflessioni espresse dai capigruppo di maggioranza e di opposizione) con il quale si chiede a gran voce che la sede dell’ASL unica Provinciale deve essere localizzata nel comune di Alessandria.

“Tutto il Consiglio ha espresso apprezzamento per quanto fin qui fatto in questa direzione dal Sindaco Fabbio e gli ha confermato l’appoggio in questa opera di tutela dei legittimi interessi dei cittadini di Alessandria”, ha commentato il consigliere Rovito al termine dei lavori del Consiglio, “come DESTRA, il partito di cui sono portavoce provinciale, prendiamo l’impegno, dopo le elezioni regionali del 2011, che vedranno sicuramente la vittoria del centro destra, a realizzare in provincia di Alessandria 2 ASL, per restituire ai cittadini di Casale la loro ASL e soprattutto per conferire effettiva economicità, efficacia ed efficienza al servizio Sanitario nella nostra provincia”. (4 Giugno 2008)

A proposito di sicurezza in Fraschetta

L’assemblea di martedì scorso in Fraschetta, promossa dalla Circoscrizione su suggerimento del Consigliere Paolo Greco, non ha lasciato molto soddisfatti i numerosi cittadini presenti.
Se da un lato il Prefetto, il questore e il Comandante dell’Arma dei Carabinieri hanno sottolineato le difficoltà in cui operano le Forze dell’Ordine per la cronica carenza di uomini e mezzi, nessuno ha saputo dare una risposta concreta ai problemi specifici evidenziati dai cittadini della Fraschetta.
Nel suo intervento il consigliere Paolo Greco ha segnalato come da qualche tempo si debba segnalare un notevole aumento della presenza di prostitute sulla strada statale, “si tratta di una presenza inquietante, ha detto il rappresentante della DESTRA, “in quanto oggi la prostituzione è solo uno dei “rami d’Azienda” delle bande criminali organizzate che gestiscono contemporaneamente lo spaccio di droga, le rapine e tutti gli altri reati contro il patrimonio”.
“Incalzeremo l’Amministrazione Comunale di Alessandria”, ha commentato Marinella Vallini, referente della Commissione Sicurezza della Destra, pure presente alla riunione, “sia per la istituzione della Commissione sulla Sicurezza, che per gli altri punti previsti al riguardo nel programma di mandato, ma incalzeremo soprattutto il Governo Nazionale, perché intervenga concretamente ed efficacemente, e cioè stanziando maggiori fondi per le Forze dell’Ordine: è questa l’unica riforma necessaria al Paese e che il Paese si aspetta da chi ha vinto le elezioni insistendo sul tema sicurezza”.
“Si potrebbe suggerire al Governo”, aggiunge il portavoce provinciale della Destra, “di richiedere alla Comunità Europea di escludere le maggiori spese in tema di Sicurezza e di Giustizia dal ferreo rapporto Debito Pubblico/PIL imposto dai vincoli europei”.
(21 Maggio 2008)

Riprendiamo i lavori!

Riprendiamo i lavori per la costruzione della DESTRA in Alessandria, in Piemonte e in tutta Italia. Questo lo spirito, con il quale all'indomani delle elezioni politiche, ci siamo ritrovati nella sede di v. dell'Erba, n. 1, in Alessandria a discutere di risultati elettorali, di prospettive politiche, di programmi. Per nulla depressi per il mancato ingresso in Parlamento di una rappresentanza della DESTRA e per nulla rassegnati a svendere le nostre Idee e i nostri Valori per un piatto di lenticchie, come in Febbraio a Trieste, come nello scorso Novembre all'assemblea Costituente in Roma. Questo il risultato delle riflessioni svolte in tre riunioni del Direttivo Provinciale, confermato nell'Assemblea dei quadri svolta alla presenza del coordinatore regionale, Roberto Salerno, e ripetuto all'Assemblea quadri regionale alla presenza del segretario Nazionale Francesco Storace e del Presidente Teodoro Buontempo (ai quali abbiamo riconfermato la nostra gratitudine e la nostra stima e solidarietà). Con questo spirito, si sono svolte una riunione della Commissione Sanità e della Commissione Sicurezza, i nostri rappresentanti hanno partecipato all'Assemblea in Fraschetta sulla sicurezza, con questo spirito, nel mese di Giugno imposteremo i lavori per la 2 Festa della Destra (fine Settembre?), per prepararci al Congresso Nazionale del Partito (che dovrebbe svolgersi tra Settembre e Ottobre) e per le elezioni Provinciali dell'anno prossimo. Intanto il sottoscritto e il Consigliere Paolo Greco partecipiamo attivamente ai lavori delle assemblee in cui siamo stati eletti (Consiglio Comunale e Circoscrizione Fraschetta).