sabato 27 settembre 2008

LE DIMISSIONI DELLA SANTANCHE' DALLA DESTRA

COMUNICATO STAMPA

LE DIMISSIONI DELLA SANTANCHE’ DA LA DESTRA

Apprendiamo con stupore il comunicato diramato da Daniela Santanchè, per annunciare le sue dimissioni dal Partito e il ritiro della Mozione congressuale che la vedeva prima firmataria.

La Santanchè sostiene di non volere più far parte de La Destra, perché Storace non vorrebbe pervenire ad accordi e collaborazioni con il PDL: ciò è falso e dimostra come e quanto la Santanchè non sia mai entrata in sintonia con il popolo de La Destra e con la militanza in un partito organizzato, ed è anche in contrasto con quanto sostenuto dalla stessa Santanchè nella sua mozione congressuale, nella quale sosteneva si dovesse sciogliere La Destra per confluire nel PDL.

Se la Santanchè vuol far parte di un partito che intende collaborare con il PDL per diventare partito di governo come sa fare e come merita, si limiti a ritirare la Mozione e rimanga nel partito come militante, lontana dai riflettori e senza poltrone, in caso contrario tutti potranno pensare male sulle reali motivazioni delle sue decisioni di un recente passato e di quelle odierne.

Badi bene inoltre la Santanchè a come si esprime da oggi in avanti nei confronti de La Destra e dei suoi militanti, gente vera, sincera, onesta, che non si è risparmiata nel sostenerla da candidata premier, e che non merita certi contorsionismi politici.

Aldo Rovito - Portavoce Provinciale Alessandria

venerdì 26 settembre 2008

Si informano gli interessati che è reperibile la collezione completa, su CD, della "Gazzetta Ufficiale d'Italia della R.S.I.", dal 1 settembre 1943 al 30 marzo 1945.
Il costo di acquisizione è di 250 Euro.= per copia. franco destino.
Info: salvatore_francia@libero.it

E io sto con Abbiati, ed anche con Massimo Mucchetti!

Le dichiarazioni di Christian Abbiati, portiere del Milan, rese in un’intervista al supplemento settimanale della Gazzetta dello Sport in edicola domenica prossima, pubblicate in anteprima sulla Stampa di oggi, sono senz’altro destinate a far clamore ed a suscitare polemiche infinite, nelle prossime settimane; potranno in futuro, ahimè, costituire un handicap per il giocatore ed anche per la sua squadra (il Milan del Presidente Berlusconi), perché si sa, in Italia la libertà di pensiero e di espressione esiste solo a sinistra. Se un calciatore del Livorno saluta “a pugno chiuso” i suoi tifosi , tutto bene, invece, quando Di Canio salutò a palmo aperto i suoi tifosi che inneggiavano per un suo gol successe il finimondo. Se non sbaglio, si beccò anche una squalifica. Vedremo cosa succederà ad Abbiati, al quale auguriamo di avere oltre il coraggio che ha indubbiamente testimoniato di possedere, anche tanto spirito di sopportazione e tanto sangue freddo, da sopportare le future prossime provocazione che sicuramente si troverà ad incontrare sul campo ed anche fuori.
Ma cosa ha detto Abbiati? Qualcosa, molto “fuori dal coro”, soprattutto in questi giorni, in cui anche un certo fini gianfranco, da Bologna, sproloquia di fascismo e di antifascismo, impancandosi a storico e facendosi capofila del “pensiero unico antifascista, pensando di poter ricalcare le orme, di un altro presidente della camera, un certo scalfaro da Novara, il quale, per conclamati meriti antifascisti, in quanto, dopo esser stato nominato giudice dalla Repubblica Sociale Italiana, alla quale probabilmente aveva anche giurato fedeltà, fece condannare a morte un certo numero di fascisti repubblichini tra Vercelli ed Alessandria, assurse alla Presidenza della Repubblica. “Io non ho vergogna a manifestare la mia fede politica. Del fascismo condivido ideali come la Patria e i valori della religione cattolica». In quella che viene preannunciata come una lunga intervista, il portiere del Milan accetta di parlare della sua vita fuori dal campo e spiega che alle ultime elezioni politiche ha votato per «La Destra» dell’ex governatore di Francesco Storace, ed aggiunge: “Del fascismo rifiuto le leggi razziali, l’alleanza con Hitler e l’ingresso in guerra, ma mi piace la capacità che aveva di assicurare l’ordine, garantendo la sicurezza dei cittadini”.
Il guaio per i seguaci del P.U.A.: Pensiero Unico Antifascista, da fini a veltroni e compagnia bella, è che sempre oggi, su un altro autorevole quotidiano di regime (Il Corriere della sera) a pagina 11, in un servizio sulla crisi finanziaria americana e sulle misure adottate dal Presidente Bush, si dicono sul Fascismo (senza nominarlo, per carità, qualche cautela è pur necessaria e poi, anche i giornalisti del Corriere “tengono famiglia”) delle cose ancor più interessanti. Un certo Massimo Mucchetti scrive, tra l’altro, “L’America del 2008 ricorda l’Italia del 1933: la banca centrale, prestatrice di ultima istanza, cerca di salvare le banche, non ci riesce e interviene lo Stato. Il governo italiano di allora dimostrò rispetto per il denaro dei contribuenti. Vedremo adesso la Casa Bianca…. L’IRI fu costituita nel 1933 per salvare la Banca d’Italia che era esposta verso Comit, Credit e Banco di Roma per 8 miliardi di lire, quando l’intera base monetaria superava di poco i 13,5 miliardi…. L’IRI rilevò le azioni delle finanziarie collaterali alle banche dov’erano racchiuse tutte le partecipazioni e si trovò così padrona delle banche e delle imprese. Separò le prime dalle seconde, divorzio poi codificato dalla legge bancaria del 1936. Le banche restarono pubbliche per evitare il panico tra i depositanti ed il ripetersi delle avventure degli anni 20…. Nel 1956, in una lettera all’economista Pasquale Saraceno, il più privato dei banchieri, Enrico Cuccia, osserverà che lo Stato aveva fatto un buon affare. L’IRI infatti rilevò attività stimate 8 miliardi e alle banche riconobbe un credito di 12 miliardi, assistito da garanzia pubblica e pagabile in vent’anni al 4%. Nessuna uscita di cassa immediata, ma l’ammissione di un buco gigantesco: 4 miliardi, pari a un terzo della circolazione monetaria di allora. In realtà, detratto il miliardo guadagnato subito con le privatizzazioni (…Le imprese risanate o risanabili vennero poste in vendita. Furono cedute Edison, Bastogi e altre minori per 3,6 miliardi di lire. Le società telefoniche no, perché gli industriali ai quali erano state offerte chiesero in coro –da Vittorio Valletta ad Alberto Pirelli, da Giovanni Agnelli a Vittorio Cini- una dote che il Presidente dell’Iri, Alberto Beneduce, rifiutò reputandola ingiustificata, in questo confortato da Benito Mussolini e dalla storia successiva della telefonia- ), considerato che il denaro costava il 5 e non il 4% e che, ben presto, la lira sarebbe stata svalutata, il valore del debito si dimezzava e l’Iri, saldata l’ultima rata, poteva dire di essersi messa nelle condizioni di guadagnare 2 miliardi all’atto del salvataggio.” Conclude Massimo Mucchetti: “Andrà altrettanto bene al contribuente americano?”
Certo una bella differenza tra le affermazioni di Abbiati e Mucchetti e quelle di gianfranco fini da bologna, sul “fascismo male assoluto””!
Aldo Rovito

mercoledì 24 settembre 2008

LA DESTRA DI ALESSANDRIA IN FESTA e A CONGRESSO!

LA DESTRA DI ALESSANDRIA IN FESTA e A CONGRESSO!

Sarà una giornata molto intensa quella di Domenica prossima, 28 Settembre per i militanti de LA DESTRA di Alessandria. Infatti al mattino, con inizio previsto alle ore 9, 30, nel locale “Wild Cats” in via Casale, 95 San Michele Gerlotti, si terrà il primo Congresso Provinciale del Movimento Politico fondato nello scorso Luglio dal senatore Francesco Storace. Al Congresso parteciperanno con diritto di voto e di parola tutti gli iscritti (un Congresso vero e non di delegati o di partecipanti “di diritto”): dovranno eleggere il Portavoce Provinciale e i sette delegati al Congresso Nazionale che si svolgerà dal 7 al 9 Novembre.
Nel pomeriggio alle ore 17 si terrà una tavola rotonda sul tema”Contro il carovita, che fare?” con la partecipazione di Mondoconsumatori, Associazione Commercianti e Amministratori locali: conduttore della Tavola Rotonda sarà il noto giornalista Gigi Moncalvo. Alle 19,30 è previsto l’intervento dell’On. Roberto Salerno che concluderà la parte politica della giornata,
La sera alle 21, musica dal vivo, con il gruppo “I propaganda” e la partecipazione straordinaria di Max Chiarlone di “Anime in Plexiglas” in “Omaggio a Ligabue”.
Pranzo e cena a prezzi popolari.
“Il nostro partito, ad un anno dalla costituzione, svolge il suo Primo Congresso, per eleggere i propri organi dirigenti locali e nazionali e per indicare la linea politica da seguire nel 2009, anno in cui avremo due importanti appuntamenti politici: le elezioni amministrative (nella nostra Provincia si voterà per il rinnovo dell’Amministrazione Provinciale e di numerosi Comuni, tra cui Novi, Casale Ovada e Tortona) e le elezioni Europee”, sottolinea il portavoce provinciale Aldo Rovito, “dovremo indicare come affrontare, da destra i gravi problemi della società italiana: la casa, il carovita, la disoccupazione, l’immigrazione. Per quanto riguarda le elezioni amministrative, i nostri naturali alleati sono i partiti del centro destra, per quel che ci riguarda siamo disponibili a ripetere lo schema Fabbio, che ha consentito di sconfiggere il centrosinistra al Comune di Alessandria, ma occorre che dal PdL arrivino segnali chiari circa i criteri di scelta del candidato Presidente e dei candidati Sindaci e soprattutto in ordine ai programmi, che devono prevedere un chiaro impegno per la spesa sociale a tutela delle fasce meno abbienti della nostra popolazione, in difesa del potere d’acquisto dei nostri anziani, dei nostri precari, dei tanti disoccupati e delle famiglie monoreddito”.

CONGRESSO PROVINCIALE DELLA DESTRA ALESSANDRINA



DOMENICA 28 SETTEMBRE
presso “WILD CATS” v. Casale 95 Gerlotti San Michele -Alessandria

LA DESTRA IN FESTA!

h. 9,30 - 14,30: 1° CONGRESSO PROVINCIALE DELLA DESTRA ALESSANDRINA
porteranno il loro saluto i rappresentanti dei partiti e delle associazioni invitati; dopo il dibattito riservato agli iscritti si procederà alla elezione del Portavoce Provinciale e dei delegati al Congresso Nazionale; la proclamazione dei risultati è prevista per le ore 15,00
LA FESTA

h.10 Apertura stand (Mostra d’arte, Tiro a segno per bambini, Prodotti locali, Stand Librario)
h. 13,00 Pranzo Comunitario*

h. 17 TAVOLA ROTONDA: Contro il Carovita: che fare?
Conduce: Gigi Moncalvo
Partecipano: un rappresentante Associazione Consumatori
un rappresentante Segreteria Provinciale CISL
un rappresentante associazione commercianti
Amministratori locali

h. 19,30 Intervento Politico Conclusivo della giornata: On. Roberto SALERNO

h. 20,00 Cena Comunitaria*

h. 21,00 Musica dal vivo con “I Propaganda” e la partecipazione straordinaria di Max Chiarlone in “Omaggio a Ligabue”.

h. 24,00 TUTTI A CASA!

*con gli agnolotti di Nonna Lù e grigliata di carne piemontese
Servizio bar tutto il giorno!
Info: 3346203914

venerdì 19 settembre 2008

STORIA VERITA'

Qui voglio parlarvi di una persona veramente valida e meritevole di essere conosciuta da un più vasto pubblico. Parlo dello storico e giornalista genovese Alberto Rosselli, che di recente ha rilanciato con un ottimo lavoro la rivista STORIA VERITA', della quale è direttore editoriale. E' una magnifica rivista, una fonte veramente ricchissima di notizie storiche e per approfondire quegli argomenti storici che si riflettono sull'attualità. E' soprattutto una grande opera per uscire da quella greve cappa di conformismo che ha schiacciato e schiaccia in Italia la storiografia, scritta solo, per troppi anni, con l'imprimatur del PCI. Ma Rosselli ha anche una vasta produzione storica, con la quale ci ha fatto conoscere tanti aspetti ignorati soprattutto della Storia del XX secolo. La cosa migliore da fare per conoscere bene questo carissimo amico è visitare il suo sito: http://wpop3.libero.it/cgi-bin/vlink.cgi?Id=96F2br%2BZ5eDQ//ZCfgKfhziZ2GV5oFvNJSibMb/cUqNX7qRIO6nkcJ3TyWbSYlh1&Link=http%3A//www.albertorosselli.it/. E assieme all'amico Rosselli, Vi segnalo l'editore della rivista, Enzo Cipriano, del quale ammiro il grande impegno a difesa della Verità, sia perché la Casa Editrice Settimo Sigillo ha una produzione che tutti dovrebbero conoscere. E' come aprire la finestra e sentire entrare l'aria pura, al posto di quella inquinata e tossica.: andate su http://wpop3.libero.it/cgi-bin/vlink.cgi?Id=96F2br%2BZ5eDQ//ZCfgKfhziZ2GV5oFvNJSibMb/cUqNX7qRIO6nkcJ3TyWbSYlh1&Link=http%3A//www.libreriaeuropa.it/ e scorrete il catalogo. Ma vediamo che cosa è Che cosa è STORIA VERITA’ e quali sono gli obiettivi culturali che questa piccola ma combattiva testata vanta e persegue? La rivista è nata 12 anni fa per colmare un vuoto e per combattere, con gli strumenti dell’intelletto e in virtù dell’amore per la libertà di espressione, quella sorta di monopolio conformista della Sinistra nel settore della storiografia, soprattutto quella riguardante l’epoca delle grandi ideologie, cioè il Novecento, che si è potuta imporre soltanto grazie all’appoggio sistematico di soggetti politici e finanziari estremamente potenti e ben radicati nei centri nevralgici. Negando, nel contempo, dignità culturale a tutti quei ricercatori che non condividevano determinati principi politici. In particolare il numero di gennaio – aprile 2008 si apre con uno splendido articolo di Salvatore Santuccio dedicato appunto alla urbanistica e all’edilizia modernista nel Ventennio. Ovvero un’architettura che svolse una funzione politica e civile. Un’architettura che definirei, inoltre, “identitaria”. Ovvero che si rifaceva al contesto in cui era calata, alle radici del popolo e al suo rapporto con il luogo. Ma anche, pensiamo alle “Case popolari” della Garbatella, un’architettura umana e vivibile. Scelta come modello per dall’istituto giapponese per l’edilizia popolare. E confrontiamola con i quartieri – incubo e i casermoni – bunker costruiti nel dopoguerra. A questo primo articolo segue un profilo, tracciato da Michele Rallo, di Jacinto Cândido da Silva, fondatore del Partido Nacionalista portoghese, ovvero le radici di quel nazionalismo che sfocerà poi, dal un lato, nel conservatorismo di Antonio de Oliveira Salazar e, dall’altro, nel “nazionalsindacalismo” di Francisno Rolao Preto, che rappresenta l’unico esempio di movimento fascista portoghese. A completare egregiamente questo primo fascicolo vengono illustrate, rispettivamente da Roberto Roggero e da Alberto Rosselli, le epopee delle resistenze nazionaliste e anticomuniste polacca e lituana. Per sfatare il mito che le resistenze nell’Europa occupata dalle armate tedesche furono ispirate e portate avanti in maniera maggioritaria dai partiti comunisti. Movimenti resistenziali che si trovarono, anche per via degli accordi spartitori fra le potenze occidentali e L’Unione Sovietica, tra l’incudine nazista e il martello comunista. L’episodio più famoso e “rivelatore” fu la rivolta di Varsavia l'iniziativa insurrezionale dell'Esercito Nazionale Polacco che fra il primo agosto ed il 2 ottobre 1944 combatté contro le truppe tedesche di occupazione allo scopo di liberare la città di Varsavia prima che giungesse l'esercito sovietico. Infatti Stalin comprendendo il carattere nazionalista ed anticomunista della rivolta dell’Armia Krajowa lasciò che fosse repressa dai reparti dell’esercito e dalle Waffen – SS al comando del generale Erich von dem Bach, su ordine di Heinrich Himmler. Completano questo numero della rivista gli articoli dedicati, da Tito Arnaudi e da Carlo Gambescia, alla guerra del Chaco (combattuta, dal 1932 al 1935, dalla Bolivia e dal Paraguay, sostenute dalla multinazionali Standard Oil e Shell, per il controllo delle risorse naturali della regione del Chaco) e all’incapacità del sistema capitalista di gestire il problema dei flussi migratori. Del numero di maggio – agosto 2008 accenno all’intervista di Bruno Pampaloni al professor Alexandre Del Valle (nella quale si pone in evidenza, per esempio, di come l’America e l’Europa pur condividendo gli stessi valori abbiano caratteri diversi e di conseguenza applichino spesso politiche molto differenti, e sia accenna anche alla situazione del Kosovo e alla conversione dall’Islam al Cattolicesimo del giornalista Magdi Allam) e alle analisi di Carmelo Ferito e di Rodono Sideri sulla carta del Carnaro, redatta da Alceste de Ambris, e sulla visione corporativa di Ugo Spirito.Concludo passando dalle parole ai fatti e invitando tutti i lettori di quest’articolo a sostenere, con l’abbonamento, Storia Verità. Invito tutti i lettori del mio blog a passare dunque all’azione. A sostenere in maniera concreta e militante Storia Verità e, perciò, a farsi tutti portavoce di quell’idea non conformista della ricerca storica per cui Storia Verità combatte da sempre. Quell’idea di storiografia che molti pedagoghi ingessati e conformisti vorrebbero vedere cancellata. Non permettiamolo.ORGANIGRAMMA DELLA TESTATADirettore responsabile, Enzo De Canio,Direttore editoriale, Alberto Rosselli.COLLABORATORI:Giano Accame, Massimiliano Afiero, Mauro Bocci, Adriano Bolzoni, Gianni Bernabò Brea, Giuseppe Brienza, Maurizio Cabona, Emilio Cavaterra, Marco Picone Chiodo, Marco Cimmino, Ansemo Da Montebello, Alain De Benoist, Pino De Rosa, Angelo D’Andrea, Paolo Deotto, Enzo Erra, Carmelo Ferlito, Gabriele Fergola, Massimo Filippini, Massimo Fini, Raffaele Francesca, Dionisio di Francescantonio, Mauro Franciolini, Dalmazio Frau, Gianandrea Gaiani, Carlo Gambescia, Bruno Gatta, Pietro Grassi, Daniele Lembo, Andrea Lombardi, Luigi Emilio Longo, Andrea De Martino, Roberto Mauriello, Mario Merlino, Ercolina Milanesi, Francesca Niccolai, Bruno Pampaloni, Miriam Pastorino, Giovanni Perez, Enrico Petrucci, Paolo Porsia, Luca Pignataro, Michele Rallo, Roberto Roggero, Gino Salvi, Salvatore Santuccio, Mario Bozzi Sentieri, Rodolfo Sideri.STORIA VERITA’Edizioni SETTIMO SIGILLODirezione, Redazione e AmministrazioneVia Santamaura, 15 – 00192 ROMATel. 06/39722155 Fax. 06/39722166http://wpop3.libero.it/cgi-bin/vlink.cgi?Id=96F2br%2BZ5eDQ//ZCfgKfhziZ2GV5oFvNJSibMb/cUqNX7qRIO6nkcJ3TyWbSYlh1&Link=http%3A//mc283.mail.yahoo.com/mc/compose%3Fto%3Dordini%40libreriaeuropa.it

Crestomazia breve di un neoantifascista doc

(* Avvertenza: tutti i testi citati si debbono all’attuale Presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini e sono stati tratti dalla collezione del quotidiano Il Secolo d’Italia, salvo quelli per cui s’indica una fonte diversa - Essi sono dedicati agli italiani di memoria labile).
1) Opinioni di Fini sul fascismo e Mussolini (1987-1992) Con la formula “Fascismo del Duemila” intedo dire che nei confronti del fascismo non vi puó essere solo nostalgia o rimpianto, legittimi in chi l’ha vissuto, ma patetici per chi è nato dopo....Per questo ho scritto di segreteria “post-fascista” in termini anagrafici...Il fascismo è stato una grande intuizione politica, non completamente attuata, che contiene risposte convincenti ai problemi del nostro tempo...Il fascismo aveva intuito che l’uomo è al centro del divenire e non puó essere assoggettato a logiche materialiste. Il fascismo aveva anche capito che Stato e Nazione non possono essere separati e che i problemi del mondo del lavoro non si risolvono con il capitalismo nè con il comunismo. Sono ricette valide anche per l’Italia d’oggi. Questo è il fascismo del Duemila (18 dic. 1987).
Un sogno per la società italiana. Ho registrtato la volontá collaborativa di molti camerati giovani e meno giovani...Cercheremo di attualizzare il nostro sogno, dimostrando che nel fascismo ci sono elementi validissimi per la societá italiana...Nessuno puó concepire il fascismo come un inferno calato sull’Italia (quotidiano “La Repubblica”,15 dic.1987.)
Radici profonde. Non ritengo che sia un paradosso per il Msi, così legato alla sue radici, avere un Segretario nato nel Dopoguerra. Vuol dire che quelle radici sono feconde, e che ci sono nuove generazioni che credono nella concezione della vita e nella visione del mondo che fu del fascismo.(11 marzo 1988).
L’intuizione mussoliniana di una terza via. Sono convinto che l’intuizione mussoliniana di una terza via alternativa al comunismo e al capitalismo sia ancora oggi attualissima... Il nostro compito è quello di attualizzare, in una società post-industriuale alle soglie del Duemila, gli insegnamenti del fascismo che con la Carta del Lavoro del 1926, l’Umanesimo del Lavoro di Gentile e i 18 Punti di Verona della Repubblica sociale italiana ha lasciato un testamento spirituale dal contenuto profondamente sociale, dal quale non possiamo prescindere (1 aprile 1988).
Il mio fascismo. Il Msi si é sempre schierato fin dall’inizio per l’interpretazione, attualizzandoli, degli ideali del fascismo, per farli vivere in questa nostra società. Oggi il Msi continua su quella strada...Noi siamo oggi in Italia la destra, una destra autenticamente fedele alle origini....Il mio fascismo, che è quello di coloro che sono nati dopo la guerra, è soprattutto una concezione della vita tesa a porre l’uomo al centro del divenire. È una organizzazione sociale per superare il capitalismo e il comunismo....Questo è il fascismo del Duemila, tutto il resto oggi non ha significato, e certamente non puó essere giudicato in termini politici ció che appartiene alla Storia...Noi abbiamo soltanto questa presunzione: di non rinnegare il passato e di coglierne gli aspetti positivi...Io non voglio tagliare le mie radici, non per calcoli politici, ma perchè questa è l’essenza del Msi. (25 maggio 1988.)
Fascismo, libertà e pluralismo. Il fascismo coniugato con la libertà e con il pluralismo costituisce nell’attualità il punto essenziale di riferimento per un partito che, come il Msi, intende rinnovare l’Italia senza complessi verso la Storia nazionale. (13 giugno 1989).
Niente abiure. Nessuno può chiederci abiure della nostra matrice fascista...Non si capisce appieno il Ventesimo secolo e quel che accadde all’Est, se non si comprende la natura del fascismo.(“Il Giornale”, 5 gennaio1990).
Mussolini: una figura necessaria. Il pensiero e la figura di Mussolini sono un riferimento di carattere storico e per certi aspetti di carattere politico non soltanto indispensabile al Msi, ma necessario all’Italia per capire se stessa e riconciliarsi con la sua storia (5 febbraio 1992).
Il merito del fascismo. Se nel 1922 il nostro Paese non divenne una repubblica sovietizzata, il merito fu del fascismo(29 marzo 1992).
Una Piazza per Mussolini. L’identità ideologica del Msi si manifesta anche nei rituali (come il saluto romano). Ma il Msi fa politica e non si ferma ovviamente ai rituali. Mussolini sarà consegnato alla storia soltanto quando gli antifascisti avranno accettato di confrontarsi serenamente e senza pregiuidizi con il suo pensiero e le sue opere.In quel momento non penso però che Mussolini sarà appeso ad una parete come un quadro. A lui, come Cavour, Mazzini e Garibaldi, saranno intitolate piazze e monumenti. (“ Il Giornale”, 19 ottobre 1992).
Post-fascismo: non rinnegare, non restaurare. Il Msi rappresenta una destra neofascista? Io credo in tutta coerenza che il fascismo sia consegnato ormai in modo irreversibile alla storia e al suo giudizio. Nessuno ci può chiedere di rinnegarlo nel momento in cui diciamo chiaramente che non vogliamo restaurarlo. Siamo anche noi, come tutti gli italiani, non neofascisti, ma post-fascisti. (12 dicembre 1992).
2) Gianfranco Fini e l’antifascismo (1988-1993)
L’antifascismo: un non valore. Il Msi si è sempre rifiutato di considerare l’antifascismo come una sorta di mito unificante, di unica ragione di vita di questa Repubblica. E a maggior ragione ci auguriamo che nel prossimo futuro i nostri figli siano giudicati per quel che dicono, per quel che pensano, per quel che fanno e non per quello che hanno fatto i loro padri e i loro nonni nel 1945. E allora l’antifascismo di per sè non è un valore. (8 gennaio 1988).
Una Repubblica ipocrita. La pacificazione nazionale sotterrerebbe definitivamente un mito ipocrita: quello di una Repubblica che nata dalla resistenza, pretende di continuare a campare sull’odio fra italiani. (9 febbraio 1992).
L’antifascismo non è la pietra fondante della Repubblica di tutti gli italiani. Abbiamo scelto il 25 aprile perchè è giunto il momento di confrontarsi con questa data di cui rimane qualche traccia solo in coloro che nel ’45 erano antifascisti in buona fede e che pertanto rispettiamo. Ma pretendo lo stesso rispetto anche per coloro che erano dall’altra parte, per chi è stato sconfitto dalle armi, non certo dalla storia. Non accettiamo più a distanza di quasi cinquant’anni, che dell’antifascismo si possa fare la pietra fondante della Repubblica di tutti gli italiani. Fino a quando le istituzioni non ricomporranno le ferite e non renderanno i giusti meriti, sarò autorizzato a dire che non vi è nel nostro Paese alcun tipo di partecipazione popolare per una data celebrata da chi ha fatto dell’antifascismo il proprio mestiere. (26 aprile 1992).
La “Via dell’Onore” e la “Resistenza”. Oggi in Italia la necessità di seminare ancora odio è di chi non può dire altro che “abbiamo fatto la resistenza”, e non di coloro che scelsero la via dell’onore risultando sconfitti soltanto con le armi. (12 ottobre 1993).
3) Intermezzo: una profetica avvertenza del 1989-G. Fini e il tempo dei Camaleonti. C’è da stare molto attenti affichè non arrivi il tempo dei camaleonti, cioè dei comunisti che cercano affannosamente di riciclarsi con nuove formule e sotto nuove forme e nuovi nomi. (30 dicembre 1989.)
4) Gianfranco Fini, presidente della Camera dei Deputati(2008).
Parlando ai giovani di AN, il 12 settembre 2008, Fini striglia i suoi, affermando: . Lo riferisce il Corriere della Sera nella sua edizione on-line del giorno seguente, che riporto con i rispettivi titoli:“I resistenti stavano dalla parte giusta, i repubblichini dalla parte sbagliata. E’ doveroso dire che, se non è in discussione la buonafede, non si può equiparare chi stava da una parte e combatteva per una causa giusta di eguaglianza e libertèa e chi stava dalla parte sbagliata”.Il presidente dalla Casmera Gianfranco Fini approfitta della festa dei giovani di An di Roma per pendere posizione dopo le polemiche scatenate nei giorni scorsi dal ministro Ignazio La Russa e dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno su Salò e le leggi razziali.“La destra – rìafferma Fini – deve ribadire in ogni circostanza questi concetti, proprio per superare il passato, non per archiviarlo, ma per costruire una memoria che consenta al nostro popolo di andare avanti”.Democrazia e antifascismo“Chi è democratico, cioè si riconosce nei valori della libertà, dell’uguaglianza e della giuistizia sociale, è antifascista, ma non tutti gli antifascisti in Italia erano democratici”...“Sono convinto non da oggi – spiega Fini – che la destra italiana debba senza ambiguità e reticenze dire che si riconosce in alcuni valori certamente presenti nella costituzione: la libertà, l’uguaglianza e la giustizia sociale. Valori che hanno guidato e ancora guidano il cammino della destra e che sono valori di ogni democrazia e che, a pieno titolo, sono antifascisti.La sequenza di questi testi, rappresenta la lunga marcia di Gianfranco Fini dal “Fascismo del Duemila” al suo “attuale antifascismo”. Se c’e una lezione morale in questa marcia e nella sua disinvolta conclusione (?) – e, a mio modesto avviso, c’è –la può trarre facilmente il lettore.

domenica 14 settembre 2008

Fascismo, antifascismo e democrazia

“In Italia per cinquant’anni si è sviluppato grazie al MSI ed alle sue organizzazioni giovanili il complesso fenomeno del neofascismo, che ha eletto deputati, senatori, parlamentari europei ma anche centinaia di sindaci, assessori e decine di migliaia di consiglieri che, ovunque e al prezzo di indicibili sacrifici, e della vita di numerosi militanti, hanno difeso con orgoglio, coraggio e senza equivoci, un grande patrimonio storico, politico, ideale e sociale, all’insegna del motto di Almirante: non rinnegare e non restaurare, lottare per la verità e per la giustizia. Un fenomeno intorno al quale si sono sviluppate negli anni migliaia di riviste, di giornali, di case editrici, di associazioni, che ha determinato al suo fianco la crescita di un’area culturale viva, vivace che ha contribuito, in maniera significativa ed incidente, ad impedire, in tutti i campi, che la cultura egemonizzante della sinistra trionfasse.”
”I maggiori beneficiari in termini politici e personali del neofascismo-afferma Bruno Esposito, dirigente nazionale de LA DESTRA, la formazione politica che fa capo a Francesco Storace- sono gli attuali dirigenti di Alleanza nazionale, primo fra tutti il presidente della Camera Gianfranco Fini. Che oggi Fini dichiari di essere antifascista, (un termine che ha avuto un significato ben preciso nel dopoguerra fino ad oggi) e che per sua affermazione la formazione politica che egli capeggia sia tale; al di là delle valutazioni che ciascuno possa fare sulla coerenza ed anche sull’ipocrisia di chi lo applaude, è un fatto importante rispetto al quale ciascuno, a destra, sappia come stanno le cose,al di là di ogni infingimento e cosa si debba fare se si vogliono difendere i valori della Destra italiana che Fini ed i suoi calpestano in modo così grave e definitivo”.

Faccio mie le dichiarazioni sopra riportate dell’amico Bruno Esposito. Aggiungo: Se non tutti gli antifascisti furono democratici (come ha avuto la bontà di ricordare lo stesso fini, riferendosi a quegli antifascisti che erano tali per devozione al comunismo e all’Unione Sovietica), cosa significa, oggi, e sottolineo, oggi, essere antifascisti?
Fin dal suo nascere il MSI riconobbe la validità del metodo democratico nella lotta politica. Chi ha militato come il sottoscritto, per quasi 50 anni nel MSI prima e in AN fino all’anno scorso, facendo politica tra il popolo e per il popolo, ha riconosciuto e praticato la democrazia (senza retropensieri e senza ipocriti ammiccamenti), ha il diritto di dirsi e di essere considerato democratico, senza bisogno di ulteriori “sdoganamenti” o abiure o peggio di tramutarsi in storico o in storiografo (ad ognuno il suo mestiere!). E poi non fummo certo noi a dare a una mozione congressuale il titolo “IL MSI , FASCISMO DEL 2000, ma un certo gianfranco fini, in arte presidente della camera (le minuscole sono volute).
Aldo Rovito.

FASCISMO: DI ASSOLUTO C’E’ IL CAOS CHE REGNA IN AN

L’On. Roberto SALERNO de La Destra così commenta le affermazioni confusionarie di La Russa, Alemanno e Mantovano e dulcis in fundo di Fini.

“Mi aggiungo ai tantissimi che in questi giorni si sono pronunciati sulle questioni “fasciste” sollevate dai ministri e sindaci del Pdl.
Dico del Pdl e non più di An in quanto se non riconoscevo da tempo il significato di tale sigla in termini politici oggi non lo riconosco più nemmeno in termini giuridici di entità associativa e/o partitica essendo avviata l’ultima fase della sua liquidazione.
Quattro signori, questi, che hanno dato prova di confusione abissale e di un cammino personale maldestro dentro una storia umana, politica e sociale affrontata in questi ultimi anni con gravissima disinvoltura e totale assenza di obiettività.
Me lo ricordo bene l’ambiente di An negli ultimi giorni in cui soffrivo come Parlamentare, iscritto e militante, di un partito che non rispettava la storia e le persone.
Triste era lo spettacolo di ruffiani, di nani e ballerine che circondavano il “Capo” e i sottocapi, tutti sorridenti e pronti a giurare che mai avrebbero fatto ammiccamenti a “quella storia” e mai avrebbero fatto “sconti” a quel ventennio da scordare.
Hanno ingurgitato tutto questi signori e fatto ingurgitare a loro volta senza battere ciglio offendendo anche la memoria storica italiana e la tragedia ad essa legata.
Quando fu pronunciato il termine “male assoluto” nel lontano 2002 nessuno di questi signori si indignò, impegnati com’erano nella lotta per preservare il loro “culo” (Don Milani insegna che il culo bisogna chiamarlo così quando occorre), nessuno si indignò quando il capo di questo partito disse a una Direzione Nazionale, per giustificare il “lancio” del diritto al voto per gli immigrati, che gli albanesi di oggi sono come gli italiani di ieri.
Questi quattro signori hanno detto tutto e il contrario di tutto ed oggi, penosamente, si dimenano nella loro inconsistenza rilanciando malamente quello che hanno respinto e negato un minuto prima.
Mi ricordo quando Alemanno correndo da Sindaco di Roma, respinse l’alleanza con la Destra che non piaceva alla Comunità Ebraica perché in “odore” di fascismo dimostrando una autentica codardia personale prima ancora che politica.
Ora che sindaco è diventato lo sentiamo balbettare qualcosa che tra non molto giurerà l’esistenza di malinteso: il coraggio è un'altra cosa.
Tralascio altri commenti su ministri e presidenti di camera etc.

Torino 10 settembre ’08

On. Roberto SALERNO335/1213121

venerdì 12 settembre 2008

Mara, non facevi lo stesso?

La Carfagna prova orrore per chi vende il corpo. Replica della leader delle prostitute Carla Corso: «Lei non ha forse fatto lo stesso? Non tutti possono venderlo bene. Insomma ognuno lo vende come può» .
Approvato dal consiglio dei ministri il disegno di legge sulle misure contro la prostituzione, Mara Carfagna ha espresso grande soddisfazione. La ministra delle Pari Opportunità prova «orrore per chi vende il corpo». Ma lei, in fondo, non ha fatto la stessa cosa, ha replicato Carla Corso, storica leader delle prostitute e fondatrice del loro Comitato dei diritti: «La signora ha usato il suo corpo per arrivare dove è arrivata, facendo calendari. Basta aprire internet per vedere le sue grazie».

E ancora: «Non capisco il senso delle sue dichiarazioni e neanche di Forza Italia che credevo un partito laico. E poi, certo, chi lo vende sulle strade lo vende per poco, non tutti possono venderlo bene. Insomma ognuno lo vende come può». Una replica decisamente pungente, ma in fondo ciò che ha detto non è forse vero? La Corso ha preferito non infierire troppo sulla santa ministra, non facendo nessun accenno alla "misteriose" intercettazioni telefoniche tra Mara e Silvio Berlusconi, che conterrebbero allusioni a un rapporto di sesso orale. (Libero News)