martedì 23 dicembre 2008

INTERCETTAZIONI: NO A LEGGE CHE LE VIETI

UN APPUNTO PER IL MINISTRO ALFANO.
Proprio mentre prendono corpo le varie inchieste sulla corruzione negli enti locali e nella pubblica amministrazione, che vedono coinvolti assessori, consiglieri, parlamentari e funzionari pubblici, ipotizzare di fare una legge che vieti le intercettazioni sarebbe fatto grave, che danneggerebbe la credibilità delle istituzioni e la sicurezza del cittadino.
Gran parte delle attuali inchieste, ad esempio quella sui furbetti del quartierino, che si arricchivano impoverendo i piccoli risparmiatori e quella sull’ospedale di Milano, che fabbricava malati per attingere risorse dal sistema sanitario nazionale, traggono origine proprio dalle intercettazioni telefoniche e quando in queste non si ravvisano estremi di reato, comunque evidenziano un comportamento immorale da parte di uomini pubblici, che non dovrebbero mai disgiungere il loro operato dai principi etici.
Cosa diversa è condannare con severità chi fa un uso improprio delle intercettazioni e chi diffonde quelle parti che non attengono a fatti sotto inchiesta e punire coloro che non mantengono il segreto istruttorio, diffondendo le intercettazioni per fare del male alle persone e per inquinare la vita democratica.Ad oggi, però non si ha notizia di inchieste andate a buon fine, né su chi diffonde ciò che dovrebbe rimanere coperto dal segreto istruttorio, né su chi rivela le notizie. Ovviamente, questa parte non può coinvolgere i giornalisti, i quali, invece, hanno il dovere di diffondere le notizie di cui entrano in possesso, anche perché con il mantenerle segrete, come è avvenuto in passato, si rischia che vengano utilizzate per ricatti o per ottenere favori.
Bisogna mobilitarsi con forza, per richiamare l’opinione pubblica affinché si impedisca alla Casta, quella trasversale a tutti gli schieramenti, di approfittare dell’uso improprio di alcune intercettazioni, le meno importanti ai fini delle inchieste, per approvare una legge che metterebbe il bavaglio alla giustizia e rappresenterebbe la garanzia che il ceto politico possa fare impunemente tutto e il contrario di tutto.

sabato 20 dicembre 2008

Questione morale e politici del malaffare

Non ho nessuna paura di perdere voti... per i disonesti non c´è posto nel Pd... verremmo meno alle nostre responsabilità se ci comportassimo in maniera diversa" dichiara Veltroni aprendo la direzione nazionale del Partito.
Sono questi momenti, quelli in cui sembra che si sia raggiunto un fondo che sembra non raggiungersi mai, che le pulsioni più recondite del "popolo", la demagogia becera, e il populismo da bar, prendono forma, s´incarnano e si giustificano.
"Destra o sinistra sono tutti uguali" si sente al bar e tra le panchine del parco. Sembra non essersi ancora liberati da quella patina di disprezzo da I Repubblica, che, anzi, sembra essere aumentata, nella misura in cui può aumentare l´astio verso chi ci assicurava un cambiamento in meglio della situazione. E allora "sono senza vergogna". Frase di un populismo disprezzato dalla sinistra e usato a proprio uso e consumo dalla destra.
«Non ho mai creduto al primato morale della sinistra, oggi c´è addirittura una situazione di tracollo morale» dice Gasparri a chi lo intervista sui fatti di Napoli. Si grida contro il tracollo morale, contro la presunta superiorità morale della sinistra, a cui credevano solo i politicanti di sinistra e quelli di destra che la usavano per puntare il dito a ogni minimo scandaluccio da due soldi. A ricordarcelo è Berlusconi: "Certamente la sinistra italiana sbagliava quando pretendeva di avere l´esclusiva dell´etica. Non ce l´ha e non l´ha mai avuta". Grazie!
Ma forse il nome di Bocchino, quello di Nonno (consigliere comunale in quota AN), piuttosto che il capolavoro acrobatico di Laboccetta, associati agli appalti napoletani non dicono nulla.
"La questione morale esiste, ma la crisi della politica è spesso legata agli errori della politica. Non dobbiamo ripercorrere le strade del passato, dobbiamo evitare gli sbagli già fatti". Errori già fatti? Evitare? Ma dove erano Casini, Berlusconi e Gasparri quando solidarizzavano col Cuffaro condannato a 5 anni, ma contento, lui e tutti i suoi sodali, perché non ha aiutato il sistema, ma solo singoli mafiosi. "Non mi dimetto" diceva Cuffaro tra un´attestato di solidarietà e l´altro.
Ma sarebbe troppo facile parlare di Cuffaro e della destra italiana. Non è ammissibile una giustificazione a sinistra ("si ma la destra però..."), un ridimensionamento della gravità dei fatti. Quello che appare evidente è che questa sembra l´unica cosa bipartisan a cui poter aspirare.
La demagogia diventata norma. Il luogo comune che si svela, che da brutto anatroccolo si trasforma in cigno. "Non bisogna mettere tutto in un calderone", "fare di tutt´erba un fascio", parole al vento, che svaniscono un attimo dopo che sono state dette, sotterrate dall´ennesimo scandalo che colpisce la persona moralmente più alta, quella che "ci metterei la mano sul fuoco"
Quindi ci chiediamo perché Veltroni chiedeva a destra le dimissioni di Bassolino, mentre sussurrava a sinistra che gli avrebbe dato un seggio alle prossime europee? Veramente bisogna credere al fatto che lo voglia mandare il più lontano possibile? O forse non è più semplice credere che cacciare Bassolino vorrebbe dire perdere una quantità di voti di cui, oggi, il PD non può privarsi?
"Non mi dimetto!" si sente echeggiare ovunque, al nord al sud, in un filo che lega Palermo a Genova, Napoli a Trento, Roma a Milano.
Non si dimette la Jervolino, che ha raggiunto il record di dichiarazioni uguali nell´arco di due anni. Un mantra che ripete dal 2006, anno della rielezione, nonostante lo sdandalo rifiuti, nonostante l´allarme sicurezza in città (allarme ridimensionato a qualche piccolo problema), all´allarme camorra, fino ad oggi e a mezzi politici campani arrestati.

Parlavamo di capolavoro acrobatico di Laboccetta. Bene, eccolo...

L´Adn Kronos, il 17 dicembre alle 13.52, batte le dichiarazioni dell´onorevole Laboccetta (AN): "A questo punto il caso Napoli è una questione di ordine pubblico e dignità nazionale (...) Il sindaco Iervolino afferma che occorre un chiarimento. È un´affermazione patetica e risibile. Piuttosto se volessimo applicare al suo caso il teorema di Di Pietro secondo cui chi è al vertice `non poteva non sapere´ sarebbero configurabili sue dierette responsabilità".

Nell´ordinanza però, a pagina 96 si legge: "(...) dopo circa un´ora, intercorre la telefonata tra Romeo e Laboccetta (che non risulta tra gli indagati ndr) dalla quale è possibile, innanzitutto, inferire che quest´ultimo era già stato in precedenza compulsato per sondare gli orientamenti ed, eventualmente indirizzare, i consiglieri di AN in ordine al progetto Global Service (...Volevo sapere se quelle chiacchierate erano andate bene...), evidentemente le informazioni assunte dal Romeo sul punto sono (negativamente) suggestive, attesi gli esiti della seduta consiliare, e mirano ad ottenere interventi ulteriori e più incisivi (...ma puoi incidere puoi fare ancora un po´ di cose...).

Si legge ancora, nelle 580 pagine dell´Ordinanza: "(...) il colloquio telefonico tra i due (...) prosegue il giorno dopo in una conversazione in cui Laboccetta continua a rassicurare l´apparentemente prostrato Romeo che, onde garantirsi con certezza il risultato, continua a pressare i politici di riferimento, sia per evitare sorprese ed intralci ulteriori (...) sia per continuare a controllare eventuali posizioni a vantaggio dell´Acen". Segue l´intercettazione e l´ordinanza continua: "Il lessico adoperato, tutt´altro che criptico, rimarca, ancora una volta la preoccupazione del Romeo di una improvvisa "cordata" pro ACEN e di discriminazioni per la sua impresa (...l´importante è che non sia discriminante per l´impresa che fanno già questo hai capito?..."...non ci sono raccordi con l´ACEN? ...questa gente che?..) dando ulteriormente conto del modus operandi del Romeo che, secondo le stesse parole adoperate dal Laboccetta, può ed è solito avvalersi di una rete di protezione tale da incedere sicuro verso l´obiettivo (sì...fra l´altro tu c´hai tanti amici pure là che hai comunque coinvolto in queste situazioni...ho visto...).
Un capolavoro. Un´acrobazia che nessuno saprà mai, ma sarà destinata a rimanere tra le 580 pagine dell´ordinanza del Tribunale di Napoli.

giovedì 18 dicembre 2008

APPROVATO DAL CONSIGLIO COMUNALE DI ALESSANDRIA

Nella seduta del 17 dicembre il Consiglio Comunale di Alessandria ha discusso e approvato (a larga maggioranza) l’o.d.g. presentato dal consigliere Aldo Rovito, segretario provinciale de La Destra, con il quale si chiede al Governo nazionale di estendere il beneficio della detassazione degli “straordinari” anche agli appartenenti alle Forze dell’Ordine. La Giunta, con l’intervento dell’Assessore Zaccone aveva espresso parere favorevole all’o.d.g., a seguito della presentazione del quale, avvenuta nello scorso mese di Luglio, lo steso Sindaco, Piercarlo Fabbio, si era fatto parte diligente nel richiedere al Governo nella persona del Ministro Sacconi, di prendere in esame la proposta.Nel suo intervento, Rovito, nel ribadire il ringraziamento al sindaco e alla Giunta per le azioni già intraprese, ha invitato il Consiglio ad esprimere un voto favorevole, per correggere quella che oltre a rappresentare una evidente ingiustizia perpretata ai danni delle Forze dell’Ordine, si appalesa per i più come un provvedimento, per molti aspetti, discriminatorio e incostituzionale

mercoledì 17 dicembre 2008

FINI all’assalto del suo passato si scaglia contro le leggi razziali e contro la Chiesa

Non ha evidentemente resistito al richiamo della distruzione così il Presidente della Camera, leader di Alleanza Nazionale torna sul Fascismo e sulle leggi razziali. Solo che stavolta chiama in causa anche la Chiesa puntanto il dito contro, in sostanza, Pio XII. Aprendo di fatto per il suo partito uno scontro tra quello che fu il vecchio Msi, da sempre legato al mondo cattolico, e la Chiesa apostolica romana. Il che avrà certamente conseguenze. Critica il fascismo e l’ideologia razzista che lo ha sostenuto, descrive “infami” le leggi del 38, ma punta il dito anche contro la Chiesa che non fece abbastanza per opporsi a tutte quelle atrocità. Così il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, nel suo intervento a Montecitorio, in apertura del convegno “1938-2008: settant'anni dalle leggi antiebraiche e razziste, per non dimenticare, non usa mezzi termini”.

NAPOLI: Inquisiti BOCCHINO (AN-PdL) e LUSETTI (PD)

NAPOLI - La bufera giudiziaria annunciata per giorni e giorni da indiscrezioni e boatos è arrivata. Tredici ordinanze di custodia cautelare scuotono il Comune di Napoli: per presunte irregolarità nella delibera del Global service finisce in carcere un big dell'imprenditoria, Alfredo Romeo, che secondo i pm avrebbe fatto in modo di ottenere un appalto "cucito" su misura. Ai domiciliari due assessori della giunta Iervolino, Ferdinando Di Mezza e Felice Laudadio, e due ex componenti della squadra del sindaco: Enrico Cardillo, che solo pochi giorni fa aveva annunciato l'addio alla politica, e Giuseppe Gambale, già sottosegretario all'istruzione e componente della commissione antimafia. Tra i destinatari delle misure cautelari anche l'ex provveditore alle opere pubbliche della Campania Mario Mautone, e il colonnello della Guardia di finanza già in forza alla Dia Vincenzo Mazzucco, accusato di aver fatto da "talpa" a beneficio degli indagati. Nell'inchiesta spuntano poi i nomi di due parlamentari, Italo Bocchino (Pdl) e Renzo Lusetti (Pd): avrebbero favorito Romeo, e per loro è stata chiesta al Parlamento l'autorizzazione all'uso di intercettazioni che li coinvolgono. Il sindaco Iervolino sospende i due assessori arrestati, non parla di dimissioni (dopo aver più volte ripetuto in questi giorni di avere "le mani pulite al 500 per cento") e annuncia però l'apertura di un confronto su quanto accaduto, sia in Giunta che con i partiti della coalizione. La delibera sul Global service era un affare da 400 milioni di euro, in realtà mai partito. Si intendeva affidare a un unico gestore, come avvenuto in altre città, l'appalto per una serie consistente di lavori pubblici e manutenzioni di competenza del Comune. La delibera fu varata ma il relativo appalto non è mai stato bandito, a causa della mancanza di copertura finanziaria. Secondo l'inchiesta del procuratore aggiunto Franco Roberti e dei sostituti Enzo D'Onofrio, Raffaello Falcone e Pierpaolo Filippelli, Romeo avrebbe organizzato un vero e proprio comitato composto da tecnici, professionisti, assessori e pubblici funzionari i quali ruotando intorno alla sua figura "a fronte delle prebende che egli è in condizioni di distribuire (in termini di posti di lavoro, in incarichi e consulenze ed in termini di denaro sonante) piegano la loro funzione ed i loro doveri in favore del primo assicurandogli l'aggiudicazione di appalti di opere e di servizi pubblici", sostengono i pm. In base agli elementi raccolti dalla Procura di Napoli ciò avveniva attraverso una vera e propria 'blindatura' dei bandi di gara, redatti "su misura" a beneficio di Romeo. I magistrati hanno disposto il sequestro di tutte le società ed i conti correnti riferibili direttamente o indirettamente all'imprenditore - compreso l'albergo recentemente inaugurato in città - per un valore di centinaia di milioni di euro.BOCCHINO DISSE A ROMEO,SIAMO UN SODALIZIO... "Quindi poi ormai...siamo una cosa...quindi...consolidata, un sodalizio, una cosa solida...una fusione di due gruppi". Così il parlamentare del Pdl Italo Bocchino si rivolge all'imprenditore Alfredo Romeo in una telefonata ritenuta assai significativa dai pm che indagano sulle presunte irregolarità negli appalti del Comune di Napoli. I magistrati sostengono l'esistenza di una "struttura organizzata unitaria" in una "ottica di contiguità, stabile comunanza e reciprocità di interessi che lega tra loro molti degli indagati". Nella conversazione intercettata vi è la dichiarazione di "un soddisfatto Bocchino - commentano i pm - all'esito del ritiro degli emendamenti più 'fastidiosi' proposti dal gruppo consiliare di An con riferimento alla delibera avente ad oggetto il progetto Global Service".

venerdì 12 dicembre 2008

Solidarietà a Alberto Rosselli, autore di destra, minacciato dagli estremisti


Ci sono persone che ogni combattono una battaglia per una Storia davvero libera. Perché? Perché amano profondamente la libertà. Ecco l´amico Alberto Rosselli (giornalista e scrittore genovese) è una di queste persone. Che è stato ripetutamente minacciato da estremisti turchi che "a qualunque ora del giorno e della notte lo chiamano a casa, sul cellulare e ovunque si trovi, minacciandolo di tagliare la gola a lui e a sua moglie.". Perché? Perché nel suo ultimo libro, "L'olocausto armeno" (Edizioni Solfanelli), ha raccontato "come nei primi anni del Novecento un milione e mezzo di cristiani armeni vennero massacrati dalle truppe islamiche turco-curde. Uomini, donne, vecchi e bambini: l'intera popolazione dell'Anatolia, colpevole soltanto di essere cristiana in una terra circondata da una maggioranza musulmana, venne barbaramente sterminata nei modi più efferati.". Questo volume vuole essere la testimonianza di come il piano di eliminazione di un intero popolo, non fosse soltanto il prodotto della politica attuata dal "sedicente partito progressista dei Giovani Turchi, ma traeva le sue profonde origini dalle antiche e mai del tutto sopite contrapposizioni tra la maggioranza musulmana turco-curda e la minoranza cristiana armena". "Nel biennio 1894-1896 le milizie ottomane, affiancate da quelle curde, rasero al suolo 2500 villaggi armeni sterminando circa 300mila persone tra uomini, donne, vecchi e bambini. Sempre nel 1896 il sultano Abdul Hamid ordinò quella che è passata alla storia come la strage di Urfa. Le milizie del sultano costrinsero circa 3mila armeni terrorizzati a rifugiarsi nella locale cattedrale, alla quale poi diedero fuoco, causando la morte di tutti i fedeli. Non contenti, rapirono anche 100mila donne e costrinsero un egual numero di cristiani a convertirsi all?Islam. Ma il genocidio vero e proprio - racconta Rosselli - fu progettato nel 1913 quando il comitato centrale dei Giovani Turchi pianificò il genocidio attraverso la messa a punto di un´efficiente struttura paramilitare, l´Organizzazione Speciale (OS), coordinata da due medici, Nazim e Shakir. In un intervento del 25 marzo 1915, il dottor Nazim, segretario esecutivo del comitato, disse: La Jemiet (Assemblea) ha deciso di salvare la madrepatria dalle ambizioni di questa razza maledetta (gli armeni) e di prendersi carico di cancellare questa macchia che oscura la storia ottomana. La Jemiet, incapace di dimenticare tutti i colpi e le vecchie amarezze, ha quindi deciso di annientare tutti gli armeni viventi in Turchia, senza lasciarne vivo nemmeno uno, e a questo riguardo è stata data al governo ampia libertà d´azione. Il primo eccidio avvenne il 24 aprile l915 quando 500 esponenti del Movimento Armeno vennero incarcerati e strangolati col fil di ferro. In un rapporto del 1917 l´ufficiale medico tedesco Hans Stoffels riferì di avere osservato a Mosul (Irak settentrionale) interi villaggi armeni con migliaia di corpi in decomposizione. I bambini - racconta - precedentemente violentati, sodomizzati e torturati nei modi più orrendi. Poi inventarono l´utile combustione: i prigionieri armeni venivano buttati vivi dentro le caldaie delle locomotive per fornire energia addizionale ai mezzi. L´ultimo sterminio, racconta sempre Rosselli, avvenne nel 1922 a Smirne, quando il nuovo regime repubblicano di Kemal Ataturk, che continuava a negare il massacro, fece uccidere circa 100mila civili greci e armeni". Rosselli, ci dice, inoltre, che "lo sterminio dei cristiani anatolici è già stato riconosciuto dal governo d´Israele nel 1994, dai Parlamenti russo, bulgaro e cipriota nel 1995, dal Vaticano e dal Parlamento Europeo nel 2000. Un´accurata e ampia ricostruzione delle vicende storiche che ha portato l´Europa a imporre "il riconoscimento del genocidio da parte di Ankara" quale condizione imprescindibile per l´integrazione turca nella UE".
"Il libro - racconta Rosselli - uscì nel 2007. Dopo alcuni mesi cominciai a ricevere a casa telefonate minacciose, sia nei mie riguardi, sia verso mia moglie. Voci sempre diverse ci dicevano che eravamo dei bastardi, che ci avrebbero ucciso e così via. E alle telefonate seguirono anche messaggi dello stesso tono via e-mail. A quel puntomi recai in Questura a denunciare il fatto, ma fu inutile. Pare, infatti, che le telefonate vengano dall´estero, così come le e-mail. In pratica, mi suggerirono di lasciar perdere e di non dare un peso eccessivo alla cosa. Il punto è che questi signori rivelano di conoscere perfettamente le mie mosse e quelle di mia moglie. Sanno persino che ho un cane e come si chiama. E questo può significare solo una cosa: da un anno mi controllano da vicino". La situazione che più ha spaventato Rosselli è avvenuta sabato 27 settembre, cioè il giorno in cui a Anguillara Sabazia, amena cittadina sul lago di Bracciano, in Lazio, stava ricevendo il Premio letterario internazionale Arché, proprio per il suo libro. L´anno prima aveva vinto lo stesso premio per il saggio «Sulla Turchia e l´Europa». Quel pomeriggio, mentre si trovava in un albergo della zona, una voce con accento straniero lo ha chiamato al telefono della stanza e ancora una volta lo ha minacciato di morte, coprendolo di insulti. Un´altra volta in cui ha ricevuto queste minacce è stato domenica 26 ottobre, sul suo cellulare, mentre stava recando a Palazzo Tursi per partecipare al dibattito organizzato dal senatore Enrico Musso (Pdl) sul progetto del sindaco Marta Vincenzi di costruire una moschea a Genova.
Ma perché, vi domanderete, questa vicenda non trova uno spazio adeguato sui media? Semplice. Perché Rosselli è di destra. Ovvero non fa parte di tutto quel carrozzone dell´intellghenzia radical - chic che, ultimamente, è distratta da un noto reality show e perciò finge di non vedere e di non sentire.
Ora, però, questa vicenda ha cominciato a fare il giro del mondo. Perché Il Giornale, nell´edizione genovese, se n´è occupato, con un articolo di Rino Di Stefano. "In questi giorni mi hanno chiamato la BBC di Londra, il quotidiano francese Le Figarò, la redazione nazionale di Sky, la Radio Vaticana e Il Foglio - dice Rosselli - Lunedì 8 dicembre, per esempio, l'Armenian Television, un'emittente di Stato, ha trasmesso un servizio sul mio caso, citando il vostro articolo. Tutto è cominciato dopo quella pubblicazione. Per circa una settimana quasi silenzio. Sono stato contattato soltanto da qualche amico e conoscente. Poi, improvvisamente, la notizia è stata ripresa da numerosi siti Internet, che hanno pubblicato per intero la recensione. È stata una catena. Proprio di queste ore è la notizia che la Federazione Europea degli Armeni, mercoledì 3 dicembre, ha presentato al Parlamento Europeo di Bruxelles un rapporto nel quale, citando quanto avete scritto voi, ha accostato il mio nome a quello del giornalista turco Dogan Ozguden e del professor Ronald Monsch, anche loro minacciati da estremisti turchi, per aver parlato pubblicamente del genocidio degli armeni. So per certo che, fino ad oggi, l'articolo è stato tradotto in inglese, turco e armeno. Ad esempio, c'è stata una pubblicazione integrale sul quotidiano on line L'Italo-Europeo, un giornale di cultura e approfondimento in italiano e inglese, diffuso in tutti i Paesi europei. Ma è arrivato anche Oltreatlantico. In Canada è stato pubblicato dal Corriere Italo-Canadese, mentre negli Stati Uniti è apparso in inglese su un giornale armeno. Insomma, questa storia ha avuto una diffusione che davvero non mi aspettavo".Secondo Rosselli, a fare da cassa di risonanza all'articolo del Giornale è stata soprattutto la Comunità Armena di Roma che, subito dopo aver saputo della pubblicazione, ha diffuso immediatamente il testo in tutti i suoi canali mediatici. Uno dei primi a riportare l'articolo è stato il sito Zatik dell'Associazione Amicizia Italo-Armena.Senza contare le varie pubblicazioni, quotidiane e periodiche, che in qualche modo hanno riportato la notizia un po' ovunque, come ha fatto appunto la britannica BBC. "Forse - spiega Rosselli - è stato l'effetto Saviano che ha innescato tutto questo interesse. Anche se, devo dire, il punto centrale è un problema di politica internazionale, quale l'ingresso della Turchia in Europa. L'Unione Europea ha posto ad Ankara, come condizione imprescindibile per l'integrazione della Turchia, il riconoscimento del genocidio da parte di Ankara. Riconoscimento che, detto per inciso, non è ancora avvenuto. Non più tardi di martedì 2 dicembre, l'eurodeputata olandese Ria Oomen-Ruijten, del Partito Popolare Europeo, ha presentato la versione provvisoria del suo rapporto 2008 sulla Turchia alla Commissione degli Affari Esteri del Parlamento Europeo. Ed è un fatto oggettivamente significativo che questa presentazione sia avvenuta tardivamente e davanti ad una sparuta platea di eurodeputati, conosciuti per il loro appoggio incondizionato alla Turchia, oltre a qualche giornalista dell'Anatolia. L'interesse, voglio dire, non è al massimo livello. E il non voler riconoscere l'olocausto armeno, non fa altro che peggiorare la posizione turca nei confronti dell'Europa".
Manifestiamo all'amico Alberto Rosselli, uomo e storico libero, tutta la nostra solidarietà. Non lasciamolo mai solo e non lasciamo soli tutti coloro che combattono la "buona battaglia" per la cultura non - conformista. Che è una battaglia di verità.
(Gino Salvi)

giovedì 11 dicembre 2008

Gent. Sig.a
Silvana Tiberti Segretaria Generale
Camera del Lavoro di Alessandria
ALESSANDRIA


In occasione della manifestazione che si svolgerà nella giornata di domani indetta da codesta Organizzazione Sindacale sui temi del carovita e della sicurezza sul lavoro (temi sui quali la Commissione Consiliare da me presieduta è impegnata a lavorare, pur nei limiti delle competenze assegnate dalla legge all’Ente Locale), giungano i sentimenti di solidarietà e di partecipazione miei personali e di tutta la Commissione da me presieduta.

Cordiali saluti,

Alessandria 11 Dicembre 2008

Aldo Rovito
Presidente Commissione Politiche Sociali
del Comune di Alessandria

DOSSIER PIAZZA NAVONA

Che succede in Italia? C’è rischio che sia sconvolta di nuovo come tanti anni fa nel sanguinoso periodo degli anni di piombo? Speriamo di no, ma c’è più di qualche motivo per essere preoccupati. Sullo scontro avvenuto a Piazza Navona il 29 ottobre 2008 durante le giornate di protesta studentesca contro il decreto Gelmini si è avuta molta informazione scandalistica e imprecisa.Nei giorni successivi agli scontri sui vari quotidiani nazionali è stata intentata una vera e propria campagna diffamatoria nei confronti dei ragazzi del Blocco Studentesco.Format quali Matrix, Anno Zero si sono occupati della vicenda.Alcuni portando avanti il loro operato sospinti dal dover di cronaca,altri,“Chi l’ha visto?” è solo un esempio,un po’meno.La cosa incredibile è che quello stesso dovere di cronaca, quella fame di verità e giustizia dovrebbe costituire presupposto aprioristico di qualsiasi giornalista che aspiri a chiamarsi tale.Già, dovrebbe.Ma alcuni “riscontri oggettivi” ci inducono a ritenere che nella prassi, purtroppo, non è esattamente così.Ci hanno chiamato violenti, aggressori,picchiatori, bastonatori di bambini.Poco importa se eravamo noi gli aggrediti. Poco importa se i “bambini” avevano tutti o quasi più di trent’anni, ese erano armati anche loro.Poco importa se ancora una volta il libero pensiero è stato sopraffatto (mediaticamente, si badi) dalla strumentalizzazionebecera e dagli interessi di pochi vecchi tromboni che hanno visto dietro “l’onda anomala” una torta troppo golosa per non essere sbafata. Poco importa se fino al 29 ottobre in piazza erano scesi più di 20000 studenti senza distinzioni politiche, poco importa se “l’onda anomala” era anomala per davvero. E poco importa se nel delirio mediatico generale, è stata approvata una riforma ancora una volta penalizzante perla scuola pubblica. Tutti troppo occupati nella ricerca del “cattivo” da cacciare.Tutti troppo occupati a ergersi garanti della protesta“pacifica, moderata, benpensante, media”.Tutti troppo occupati a esprimere solidarietà a una redazione, quella di “Chi l’ha visto?”, che, fuori tema peraltro, non ha fatto che aumentare il clima di tensione già palpabile nei giorni successivi a Piazza Navona. Hanno svenduto le nostre facce come carne da macello, noi che la faccia, ce la mettiamo sempre. Ci hanno accusato, infamato e diffamato, dandoci perfino degli infiltrati. Hanno giocato con le nostre vite. Hanno giocato sporco. E hanno giocato male. Hanno giocato male perché il Blocco Studentesco è ancora qui, e non arretra di un passo. Hanno giocato male perché “l’onda anomala”, quella vera, non la affogheranno mai. Sembra essersi infranta addosso allo scoglio dell’antifascismo, dell’egoismo, dello sporco interesse politico, ma già si sta preparando in fondo al mare per tornarepiù alta che mai. Perché i sogni non li puoi distruggere. Perchè la speranza e l’irrazionale voglia di vivere non le puoi fermare. Perché quelle parole:“Nè rossi, nè neri, ma liberi pensieri” sono rimaste impresse nel marmo di quella piazza. E risuonano ancora. Hanno giocato con le nostre vite. Hanno giocato sporco. E hanno giocato male. Di fronte a tutto questo non abbiamo altra possibilità che dare un segnale, forte. Questo libro vuole essere una risposta, a tutti loro. Una risposta politica, ovviamente, perché è quella che ci riesce meglio. Una risposta con i fatti ,ovviamente, perché non mentono mai.
(Dall'Introduzione a "dossier Piazza Navona, per g.c. di Blocco Studentesco - casa Pound Italia)

mercoledì 10 dicembre 2008

GIUSTIZIA E RIFORME

Ha ragione il Presidente Buontempo quando sostiene che la riforma della Giustizia non può essere fatta sotto l’emotività del momento, sulla spinta di fatti di cronaca, anche se gravi.
L’illegalità nella quale oggi è immersa gran parte della classe politico-amministrativa del PD (e non solo, visto che in Abruzzo lo scandalo che ha colpito il Presidente della Giunta Regionale ha coinvolto in maniera più o meno estesa anche esponenti del PdL con responsabilità di governo nella precedente giunta di centrodestra), non può essere l’occasione per regolamenti di conti o per riforme affrettate. Sembra che si voglia fare una riforma, per impedire ai Giudici di indagare sulle malefatte di una Casta che non ha più distinzioni di partiti, ma che trasversalmente attraversa tutti gli schieramenti. Il fatto che Violante, a nome della Sinistra, si sia dichiarato disponibile a collaborare con la maggioranza, la dice lunga sulle reali intenzioni dei novelli riformatori.
Tutti nel PD e nel PdL guardano all’America (e anche qualche Magistrato sproloquia di pubblico Ministero eletto dal popolo), ma negli USA l’FBI, servendosi di intercettazioni telefoniche (quell’utilissimo strumento di indagine che in Italia si vorrebbe eliminare) ha inchiodato alle sue responsabilità il Governatore di uno Stato, sbattendolo in cella con l’accusa di corruzione e concussione. In Italia, invece un Ministro è riuscito a far allontanare dalla sua sede un Magistrato (caso de Magistris) che voleva indagare sulla corruzione di pubblici amministratori. Ciò vuol dire che negli USA l’indipendenza della Magistratura è garantita, mentre in Italia l’indipendenza dei singoli Magistrati è alquanto precaria, se l’Organo di autogoverno della Magistratura ha avallato la scelta di quel Ministro.
L’unica riforma giudiziaria da fare è quella che riesca a coniugare la massima celerità dei processi, con il massimo di garanzie per i cittadini e di indipendenza (anche dalle correnti interne) per i Magistrati
E concludo, sempre con le parole del Presidente Buontempo: “Quando è in gioco la libertà delle persone si ha il dovere di fare le riforme con il massimo della serenità e astraendosi dalla realtà del momento. Non può essere la patologia della Giustizia a indicare la strada giusta per una riforma che è sì necessaria e urgente, ma che non può essere realizzata con gli stimoli politici attuali”
Aldo Rovito

venerdì 5 dicembre 2008

Cresce la destra nel Foggiano

Nell’ultimo consiglio comunale di S.Giovanni Rotondo il consigliere Michele Di Iorio,eletto nelle file dell’UDC,ha dichiarato ufficialmente la sua adesione alla Destra animato da grande enfasi ed entusiasmo.
Il passaggio del consigliere comunale di S.Giovanni Rotondo è la conferma di una progressiva e costante crescita esponenziale della Destra in terra di capitanata,logico ed evidente risultato di una politica messa in atto dalla Destra nel territorio dauno,azione politica protesa a dare risposte concrete ai bisogni primari ed essenziali di tutti quei cittadini che non riescono ormai a far fronte al quotidiano. La Destra a Foggia e nella sua provincia è al fianco degli agricoltori messi in ginocchio dalla grave crisi della agricoltura con la discesa a prezzi bassissimi del grano e delle olive tali da determinare un indebitamento delle aziende agricole a volte spesso irreversibile con la triste scelta di abbandono dei terreni;ne è dimostrazione l’impegno importante dell’On. Agostinacchio nella sua qualita’ di consigliere provinciale con ordini del giorno presentati in consiglio provinciale.
Ma l’azione della Destra in capitanata è decisa con posizioni di grande fermezza rispetto a temi pregnanti quali l’ambiente e il pesante impatto che spesso si ripercuote sulla salute di coloro che sono residenti nei territori in cui sono dislocate centrali e discariche abusive.Altresi’ l’azione della Destra come impegno sociale è stato forte e rilevante anche su un tema quale quello del “Diritto alla vita”sollevato recentemente in maniera drammatica e toccante dal caso della giovane Eluana Englaro chiedendo un intervento legislativo immediato ma facendosi anche portavoce del rispetto totale ed assoluto della tradizione cristiana che deve essere struttura portante della nostra civilta’.
La Destra si fara’ promotrice in tempi brevi di svariate manifestazioni su tutto il territorio provinciale che possano sensibilizzare l’opinione pubblica ed è ,inoltre,prevista nel mese di gennaio una importante conferenza programmatica che vedra’ impegnata la classe dirigente tutta della Destra. di Foggia.
Attualmente la Federazione provinciale della Destra annovera tra i suoi rappresentati degli enti locali oltre all’On. Paolo Agostinacchio come consigliere provinciale,consiglieri comunali nei comuni di Manfredonia, Mattinata,Lesina oltre al gia’ citato S.Giovanni Rotondo;a breve dovrebbero registrarsi altre adesioni alla Destra di consiglieri comunali di importanti centri della provincia.

6 Dicembre:Anniversario della strage alla Thissen Krupp

Domani, 6 Dicembre, ricorre il 1° anniversario della strage alla Thissen Krupp di Torino.
Ad un anno di distanza si rinnova il dolore e la rabbia aumenta. Aumenta perchè la situazione non è per nulla migliorata. Anzi, pare che, a causa della crisi economica, le aziende risparmieranno ancora di più proprio sulla sicurezza degli operai. Pertanto aumenteranno i rischi di morte per i "fortunati" (!) che potranno continuare a lavorare, vittime del sistema criminal-capitalista. E mentre concordemente dal Governo e dalla finta opposizione del P.D. si sostiene che non servono leggi più severe e controlli più ferrei, ma basta una semplice opera di educazione alla sicurezza da cominciare a impartire nelle scuole, gli operai continueranno a morire.
Ma la vogliamo capire che, se non si recupera il valore del lavoro, in tutte le sue forme, manuale, intellettuale, organizzativo, come massima espressione della personalità e della libertà dell'uomo (homo faber), se non si comprende che il sistema liberal-capitalista come è oggi strutturato è la negazione della libertà della persona, perchè autorizza lo sfruttamento dell'uomo e la sua subordinazione alle esigenze del più vieto economicismo, l'aumento delle morti bianche e il degrado del pianeta diventeranno fenomeni irreversibili?
Ritorniamo alla CIVILTA' DEL LAVORO!

Emergenza abitativa, qualcosa si muove alla Camera

Basta con Bengodi. Registriamo con soddisfazione che oggi alla Camera, nella discussione sul decreto in materia di disagio abitativo, verrà discusso un emendamento particolarmente interessante, presentato da tre deputati non del centrodestra, ma dell’Italia dei Valori, Pifferi, Monai e Scilipoti.
Reca il numero 1.04 e propone di affidare alle regioni nuovi criteri di assegnazione delle case popolari.
Prioritariamente, vanno individuati come beneficiari anziani poveri, nuclei familiari a basso reddito, soggetti sotto sfratto.
Fin qui tutto ovvio. Ma il "dettaglio" più interessante è l'ultimo requisito: "immigrati regolari a basso reddito, residenti da almeno dieci anni nel territorio nazionale ovvero da almeno cinque anni nella medesima regione".
Avremmo preferito un'indicazione più netta sulla nazionalità italiana come titolo preferenziale per la case popolari, ma comunque si comincia a fare strada un principio: qui non è Bengodi. Per beneficiare di strutture pubbliche italiane devi stare nel nostro Paese da almeno dieci anni. O da almeno cinque nella regione dove si vive.
Chissà se il centrodestra passerà dalle parole ai fatti….

martedì 2 dicembre 2008

GIUSTIZIA (!) ASSURDA

Roma - All'assurdità della Cassazione sembra proprio che non ci siano limiti. Specie se si tratta di bambini. Così secondo la Corte Suprema una madre che si dedica all'accattonaggio portando con sè i figli piccoli risponde di maltrattamenti, ma non di riduzione in schiavitù se il "lavoro è limitato all'orario d'ufficio", dalle 9 alle 13. Lo hanno deciso i giudici della Cassazione, che ha spiegato: "L'elemosina costituisce una condizione di vita tradizionale molto radicata nella cultura e nella mentalità di alcune popolazioni".
I giudici della quinta sezione penale hanno perciò annullato in parte la condanna a 5 anni di reclusione per l'accusa di "riduzione in schiavitù" inflitta dai giudici della Corte d'assise d'appello di Napoli a una giovane nomade che era stata fermata mentre chiedeva l'elemosina nel casertano portando con sé i due figli piccoli. Secondo la Cassazione il comportamento della donna deve essere punito, ma secondo quanto stabilisce il meno grave reato di maltrattamenti in famiglia. Per questo il verdetto dei giudici di merito è stato annullato con rinvio e il nuovo processo, dopo aver tenuto conto delle osservazioni dei giudici di piazza Cavour, dovrà anche stabilire la nuova pena, inferiore rispetto ai 5 anni della precedente condanna.
In particolare, nelle motivazioni della sentenza, i giudici della Suprema corte hanno sottolineato che quando "l'adulto si dedica alla mendicità per alcune ore al giorno, ciò rende possibile che dopo tale attività nelle ore del mattino, nella restante parte della giornata si prenda cura dei figli in modo adeguato, cercando di venire incontro alle loro necessità e consentendo anche di giocare e frequentare altri bambini". Secondo i giudici campani, invece, la nomade aveva "approfittato di una situazione di inferiorità psichica del minore costretto all'accattonaggio con finalità di sfruttamento economico".
La Cassazione, con la sua sentenza articolata, invita a "prestare attenzione alle situazioni reali e a non criminalizzare condotte che rientrino nella tradizione culturale in un popolo". Il riferimento è al "mangel", l'accattonaggio praticato dalle popolazioni nomadi.

Ma a fine mese non ci si arriva... Lettera aperta di Francesco Storace a Silvio Berlusconi

Hai voglia, Berlusconi, a spargere spiccioli alla povera gente. Il problema è ben più serio e si capisce che cosa vuol dire non avere una forza di destra vera al governo
del Paese, che le sue proposte le ha messe nero su bianco nella mozione approvata dal Congresso.40 euro al mese ai più poveri sono fuffa.Rinunciare a lanciare sulla casa un proposta rivoluzionaria come il mutuo sociale è dire che chi non ha continuerà a non avere. Detassare gli straordinari per il privato e non per il pubblico equivale a dividere chi lavora, sfruttando i
primi e penalizzando i secondi (tra cui quei poliziotti e carabinieri a cui dite sempre di impegnarsi per la sicurezza dei cittadini).
Avete promesso di abolire le province e il bollo auto ed è finita che fate gestire il bollo auto dalle province.
Avete di nuovo lasciato il campo agli speculatori dell’acqua, che non volete più pubblica.
Trovate i soldi per dare quattrini ingenti a Gheddafi, ma gli immigrati continuano a sbarcare e le
tredicesime sono sempre più povere.
Negli asili nido e nelle case popolari entrano più stranieri e meno italiani: è questa la giustizia sociale?
No, tutto questo è demagogia, è vecchia storia sinistra che abbiamo già conosciuto nella nostra storia quando con le bandiere rosse si ingannavano i più poveri.
Ora sono diventate azzurre, ma che cambia?
Vai dicendo in giro, per soggezione culturale, che la tua è una politica di sinistra e ci chiediamo perché uno di destra ti debba votare…
Lo hanno fatto e credo che in giro ci sia qualche pentimento.
Noi ti e vi aspettiamo al varco. Non ne possiamo più di farci prendere in giro.
Anche perché,
mentre regali un euro al giorno ai più poveri, il risanatore di Alitalia, Fantozzi, si cucca 15 milioni di euro, dicono….E noi paghiamo. Ma le banche no.
Noi lo diremo il 24 gennaio a Roma. Per la coesione nazionale, contro l’egoismo sociale.
A dire che l’uomo viene prima del lavoro. La persona prima del profitto.
Tu non ci sarai. Sennò Bossi ti molla.
Francesco Storace